Londra e Venezia: a caccia di giardini curativi

Una risorsa di saperi e pratiche, oasi di bellezza rara

sezione: blog

01-10-2014
categorie: Design, Architettura, Non profit, Window Shopping,

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Londra e Venezia: a caccia di giardini curativi

Una risorsa di saperi e pratiche, oasi di bellezza rara

Londra e Venezia, accomunate dai giardini. Molti forse sanno, molti sospettano: le due città hanno una storia e tradizione uniche al mondo nella cura di orti e giardini (ornamentali, edibili e curativi) oltre che (ovviamente in debita proporzione) un’enorme passione per i parchi pubblici amati e rispettati dai loro abitanti. Retaggio di una grandeur imperiale, che vedeva nella cura e non solo nell’apporto estetico, la ragione fondamentale di tanta attenzione a questo tipo di verde e di discipline orticole.

 

A Londra un luogo imprescindibile per scoprire tutto in un colpo solo è il Chelsea Physic Garden, fondato nel 1673 per formare operatori nella conoscenza delle piante, soprattutto curative. Oggi, quando a varcarlo sono oltre 50.000 persone all’anno (è in centro città ma non è enorme e soprattutto, spesso, ospita anche sessioni del Chelsea Flower Show, l’evento più importante su scala mondiale dedicato al giardinaggio - in maggio ogni anno), il concetto di “formazione” di specialisti è molto cambiato. Innanzitutto la cura con rimedi naturali interessa un numero sempre maggiore di persone, ma anche l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado ha acuito la sensibilità botanica media di giovani (e dei loro docenti).

Grazie al design di Nick Bailey (il loro capo giardiniere), quest’anno (poco prima del Great Spring Show) il Chelsea Physic Garden ha inaugurato la nuova sezione del Garden of Medicinal Plants: è estesa su circa 3/4 acri e, soprattutto, si compone di 16 ambienti o stanze interconnessi. Ogni tipo di pianta curativa del mondo vi è rappresentata.  Che genere di rimedi sono conservati qui? Ad esempio dei bellissimi fiori ricchi in alcaloidi, utili contro la leucemia infantile (un genere di Vinca Major, originario del Madagascar), oppure una pianta, la Vicia Fava, utile contro il Parkinson. Una sottosezione di questo Giardino, che prima era indipendente e con il nuovo disegno complessivo fa parte del Medicinal Plants, è quella denominata Pharmaceutical Garden: racchiude tutti i rimedi naturali attualmente utilizzati nelle cure in ogni paese – addirittura divisi per patologie (neurologiche, cardiache, etc). Tutto l’anno la charity che si occupa del giardino organizza incontri, letture, passeggiate e corsi, aperitivi e degustazioni. Anche sulla medicina del futuro, attraverso le nuove ricerche su specie antiche.


Venezia, al pari di Londra, grazie al potere imperiale della Serenissima ed al volume di traffici con ogni altra parte del mondo, è stata un faro nelle nebbie nella scienza medica e tutto questo lo si deve anche e soprattutto alla sua estesissima rete di orti curativi (oltre che di giardini botanici) spesso iniziati da abati e monaci ed interconnessi con i maggiori giardini botanici del mondo. Una delle aree più ricche di piante officinali, ad esempio, è stato il sestiere Castello e diversi sono stati gli orti terapeutici (e conventi, distrutti i primi e talvolta riallocati i secondi) per far posto al nuovo design urbano del quartiere, soprattutto con la costruzione dei Giardini ad opera di Napoleone.

Forse non tutti sanno (perfetto per scoprirlo è stato il Festival Dei Gardini) che la città lagunare conta ancora oggi più di 60 siti fra parchi pubblici, orti, campagne, giardini di musei, fondazioni, conventi, palazzi ed abitazioni private, finalmente recensiti (in inglese ed italiano, rispettivamente) in due bei volumi editi da Toletta Edizioni (nonostante pubblicati solo da un anno, sono già tra i più venduti del catalogo della storica casa editrice veneziana), firmati da Mariagrazia Dammicco, giornalista ed animatrice del club Wigman dedicato ai giardini veneziani, arricchiti dalle immagini di una fotografa tedesca (Gabriele Kostas, che rapita dall’amore di Venezia vi trascorre molta parte del suo tempo). I volumi contengono anche illustrazioni botaniche (alcune delle quali, in riproduzione su cartoncino, regalate durante il festival).


In occasione del Festival dei Giardini, tra momenti di meditazione, camminate e scambio di semi (iris) oppure approfondimenti sul Celtis Australis, sono stati (grazie alla collaborazione di volontari e dei proprietari) sia giardini di palazzi privati che chiostri e giardini di chiese normalmente chiusi al pubblico, tra cui il Giardino e chiostro della Misercordia; Giardini del palazzo Contarini dal Zaffo (Cottolengo e Casa Cardinal Piazza), Giardino di palazzo Grimani ai Servi; Giardino di palazzo Rizzo Patarol/Boscolo Venezia; giardino di palazzo Arrigoni, il giardino di ponte Chiodo; giardino di casa Bellinato; giardino di ex-palazzo Tiepolo; giardino e chiostro della Madonna dell’Orto. Non è mancata la scoperta della flora spontanea con camminate (insieme ad esperti) lungo le rive dei canali per scoprire quali specie ci circondano.


Una lunga lista di collaboratori ha accompagnato la curatrice del festival e del volume Guida ai Giardini di Venezia, Mariagrazia Dammicco per realizzare le visite: Maria Teresa Bottaro, appassionata di botanica dei Colli Euganei; Pietro Panizza e Romano Scaggiante, Esterni d’Autore; Alessandra Susanetti, Laguna Fiorita onlus; Stefano Faravelli e Anita Cerpelloni, autori di carnet di viaggio; Francesca Saccani, illustratrice; Anna Saccani, grafica; Irma Paulon, artista; Oreste Sabadin, musicista e attore; Gabriella Venezia, guida turistica e sommelier; Alessandra Bergamo, insegnante di yoga.

In tema di Expo 2015 (dedicato al cibo e alle energie sostenibili), Padova proprio in questi giorni risponde con l’inaugurazione dell’Orto delle Biodiversità, in pratica presenta il nuovo design dello storico Orto Botanico cittadino (più “anziano” di quasi un secolo rispetto al Chelsea Physic Garden) che aumenta la superficie da 22 a 37000 metri quadrati, aggiungendo una serra in grado di auto-alimentarsi con l’acqua piovana ed alimentata dal fotovoltaico. Qui si può incontrare ogni tipo di clima e di piante, incluse quelle tropicali.