Barnaba Fornasetti cura Piero in 100 anni di Follia Pratica, fino al 12 febbraio alla Triennale

Oltre 1000 pezzi per parlare di quasi un secolo di arte e design ante-litteram

sezione: blog

06-11-2013
categorie: Design, Arte, Corporate,

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Barnaba Fornasetti cura Piero in 100 anni di Follia Pratica, fino al 12 febbraio alla Triennale

Oltre 1000 pezzi per parlare di quasi un secolo di arte e design ante-litteram

Tutti alla Triennale (da) fino al 12 febbraio per 100 Anni di Follia Pratica a 100 anni esatti dalla sua nascita: è una gigante retrospettiva sulla produzione e sul contesto storico e culturale di Piero Fornasetti, curata dal figlio Barnaba che continua a lavorare sulla memoria, sull’archivio e sulle opere del padre, instancabilmente.

 

Espulso dall’Accademia (1932) e giovanissimo già in mostra alla Triennale con dei foulard di seta stampata, Piero è la persona più colta, prolifica ed immaginifica del 1900 europeo: da artista a collezionista, da designer ante-litteram a fine decorator (di accessori e di interni), per finire ad agitatore culturale, gallerista e curatore. A lungo identificato con Giò Ponti che gli commissiona diversi lavori come artigiano ed artista (il sodalizio si interrompe solo con la morte dell’architetto e designer milanese), Fornasetti attraversa tutto il secolo e si spegne nei tardi anni 80: Barnaba ne raccoglie la preziosa eredità e la rivivifica con la sua impronta geniale. Oltre alla sua creatività, Fornasetti Jr lavora spesso con altri designer (vedi i Conversation Pieces) per affiancarsi in modo diverso alla grande, sterminata produzione di Fornasetti Sr che comunque, oltre ad essere custodita dal figlio, viene da lui sapientemente rieditata (utilizzando i motivi ed i decori di Piero, Barnaba crea nuove idee e progetti, tutti raccolti nella collezioni di oggetti arredi ed accessori denominati Re-inventions) su vassoi, porcellane, tavoli, sedie, altri arredi.

 

Il percorso della mostra si articola in sezioni che spaziano dagli esordi pittorici vicini al Novecento alla stamperia di libri d’artista, dalla stretta collaborazione con Gio Ponti negli anni ’50 e ’60 ai più difficili anni ’70 e fino al 1988, anno della sua morte, un lungo periodo contrassegnato per la maggior parte dal dogma razionalista imperante della funzionalità nell’architettura e nel design che ha fatto di lui una figura marginale senza per questo spegnerne la creatività vulcanica.

 


La mostra, con catalogo Corraini, si compone di oltre 1.000 pezzi provenienti per la maggior parte dall’Archivio curato da Barnaba Fornasetti, che prosegue ancora oggi l’attività avviata dal padre. 
 

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Perdersi nella caverna del tesoro....

La sala più grande dedicata alle mostre temporanee nel museo del design milanese, la Triennale si ammanta di un’esposizione tentacolare ed immensa sul genio di Fornasetti (Piero), sezionato e catalogato da chi si occupa di lui sin dal concepimento, il figlio Barnaba. 100 anni di follia pratica viaggerà all’estero dopo la chiusura milanese, prevista per il 9 febbraio 2014.

La mostra è divisa per sezioni che corrispondono variamente ad un tema (ad esempio la pittura, la grafica ed il collezionismo) o ad una famiglia di oggetti (i paraventi, i vassoi). Ogni sala è esemplificata da frasi dell’artista e stampatore, fine decoratore ed artigiano, stampate in grande sulle pareti (spesso tappezzate dai suoi motivi); oltre alle citazioni, vi sono utili leaflets da leggere per capire meglio. Due giganti ricostruzioni di interni raccontano del total look Fornasetti per interni d’epoca (da case private a hotel, ristoranti ed altri luoghi, raccontati in disegni e bozzetti).

Straordinarie alcune sale: quella degli autoritratti, della pittura e quella dei vassoi. Le prime consacrano un artista che dipingeva già da quando aveva dieci anni e sono vere e proprie immense pinacoteche, arricchite da oggetti come i posacenere dove spesso stampava i motivi con cui si confrontava anche culturalmente insieme ad altri artisti del suo tempo che frequentavano la stamperia in Via Brera.


La sala dedicata ai vassoi (460 motivi per sedici formati: otto rettangolari, quattro circolari, quattro ovali) sembra incarnare la missione che la frase impressa sui muri racconta. Porgere idee.
La sala dedicata ai portaombrelli racconta il modus operandi di Piero Fornasetti. Innamoratosi di una forma (i cilindri di masonite utilizzati nelle costruzioni), scopre che il materiale ben supporta la laccatura alla nitro e quindi realizza, oltre a portaombrelli, anche portacarte e lampade.
La sala dedicata ai paraventi è forse la più iconica dello stile del filosofo ed artista applicato: Stanza Metafisica (1958) è esposto e si compone di 32 pannelli.
Come potevo dire i miei racconti rendendo anche utile l’oggetto su cui li raccontavo (…)? Ne ho disegnati a motivi senza fine, ma perlopiù essi sono un modo per permettermi di raccontare certi miei sogni.”

Imperdibile, la più bella mostra che la Triennale ha ospitato negli ultimi 14 anni, da quando la frequento.