Una città piena di workshop sul teatro e la scrittura

Spettacoli, talk, lectures e resident companies tra i Giardini e l'Arsenale

sezione: blog

04-08-2014
categorie: Arte, teatro, performance, Non profit,

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Una città piena di workshop sul teatro e la scrittura

Spettacoli, talk, lectures e resident companies tra i Giardini e l'Arsenale

Molte sono le sorprese della prima Biennale Teatro solamente dedicata ai giovani firmata da Alex Rigola per Fondazione La Biennale di Venezia, in corso fino al 10 agosto a Venezia. Le abbiamo scoperte in un’affollata presentazione dei premi alla Carriera (Leone D’oro a Jan Lauwers posseduto dalla wagneriana “arte totale”) e alla giovane promessa (Leone D’Argento al regista ed attore belga Fabrice Murgia, classe 1982: commosso, ha letto un testo in inglese e francese, raccomandando ai giornalisti di non usare categorie precotte per scrivere di teatro).

Tutto il calendario è basato su incontri con maestri (aperti al pubblico e gratuiti) e con repliche (a costi contenuti: da 3 a 5 euro per la formula abbonamento) di pièce che scaturiscono da sei degli 8 laboratori condotti da famosi registi che vengono da tutto il mondo, come da tutto il mondo (e in età molto variabili, dai 21 ad oltre 35) vengono i 164 studenti (in realtà tutti, anche i più giovani, con esperienze lavorative nel teatro) che vi hanno aderito, selezionati da una platea maggiore di application (1370).

 

Non sono previsti spettacoli dei vincitori del Leone: nessuna delle compagnie infatti sarà sul palco, totalmente “colonizzato” dai giovani studenti dei workshop.  E da alcune compagnie in residenza (invitate da Rigola a performare negli spazi delle Corderie dell’Arsenale, il percorso “obbligato” fatto di palchi che si snodano all’interno di Monditalia inventato da Koolhas per Danza, Teatro e Musica: se l’intento di questo re-design era aumentare il numero di visitatori, fino ad ora non abbiamo visto folle oceaniche assieparsi in coda, complice anche, magari, il maltempo). La compagnia catalana La Zaranda, Gabriela Carrizo dei Peeping Tom e Ricci/Forte saranno in scena fino al 7 agosto, dalle ore 16.00 fino alla chiusura della Mostra di Architettura (prolungata il venerdì fino alle 20).

 

Degli otto workshop, sei avranno una “prima” e debutteranno in due blocchi. Il primo è quello di Lauwers il 9 agosto (Just for Venice, Teatro alle Tese ore 20). Domenica 10 agosto (ore 18 e 19) il resto dei 5 in una formula itinerante (gli spettatori, come accaduto nel 2012 gireranno tra i vari spettacoli, piccole azioni di 15 minuti circa, distribuite stavolta tra Giardini e Arsenale: la bella biblioteca dell’ASAC, poi le tese dei Soppalchi, il Teatro alle Tese, Sale d’Armi, Teatro Piccolo Arsenale). Si tratta dei laboratori di Antonio Latella (Touché), di Oskaras Koršunovas (Il Gabbiano di Cechov), di Fabrice Murgia (Backstage Memories), di Lluís Pasqual (il “teatro impossibile” di Federico García Lorca), di Falk Richter (Heritage, Gender and Identity).

 

I talk con i registi: il 6, tocca a Lauwers e Murgia; il 7 a Pasqual e Latella; l’8 a Korsunovas e Ravenhill; il 9 agosto a Falk Richter e Pappelbaum (Teatro Piccolo Arsenale, ore 18.30).

 

Avevamo già seguito i workshop di un altro College (la Biennale Musica) intervistando alcuni giovani compositori, scelti in quel caso solo tra i partecipanti italiani, e avevamo già notato quanto in un’Italia avara di occasioni, la nuova formula educativa di questo festival stesse riscuotendo successo. Ed ieri, curiosi, siamo andati a raccogliere le prime impressioni a caldo dai partecipanti, assiepati sulla terrazza di Ca’ Giustinian per il cocktail di apertura della Biennale Teatro College 2014 (dovrebbe essere l’ultima dell’era Baratta, dato che il presidente ha il mandato in scadenza il 2015).

 

Aglaia, Lorenzo, Luca (siciliana di stanza a Roma, cremonese e napoletano) partecipano molto entusiasti al workshop per attori con Antonio Latella (Lorenzo è uno sceneggiatore, quindi un uditore: aveva già avuto occasione di incontrare Latella al premio Hystrio). Il rapporto madre/figlio al centro dei testi prescelti per l’occasione (e mandati ad allievi ed uditori, 20, prima dell’inizio delle sessioni) che sono pagine di Shakespeare e Kòltes, tra le altre.

Tom è un attore (con esperienze di regia e di scena: design luci): ritorna a lavorare, entusiasta della prima esperienza veneziana di formazione con Needcompany (era uno dei poeti ballerini su un incredibile tavolo dove l’azione scenica era energia pura: l'immagine è allegata a questo post). Il Leone d’Oro 2014 non è solo a dirigere il workshop: è accompagnato da un suo danzatore e da tre altri membri della compagnia tra cui uno dei suoi musicisti preferiti e a differenza del primo workshop, il cui spettacolo è stato uno dei migliori visti a Biennale Teatro College, la scena parte da tre testi di Lauwers invece che da una immersione pura e lineare in un grande maestro, Shakespeare nel 2012.

 

Miklos, giovane video-giornalista dell’est Europa, di stanza al momento a Berlino, si cimenta nella sua prima esperienza di workshop veneziano ed è interessato alla relazione, molto forte, con la scrittura scenica.

Al workshop di Fabrice Murgia i primi passi li hanno mossi i partecipanti, raccontando sé stessi per brevi flash ed immagini da cui Murgia, senza copione, parte per creare la pièce, sul senso della biografia, che porteranno in scena nei giorni successivi.

 

I progetti più originali ci sembrano quelli sulla scrittura. Mark Ravenhill, dal 6 al 10, conduce Ridere di Ibsen. Gli scrittori e registi Marco Calvani (I), Neil LaBute (USA) e Nathalie Fillion (F), Author directing Author dove i 20 partecipanti si cimentano in scrittura veloce e nel processo di editing. Neil LaBute ci ha raccontato le sue precedenti e più recenti esperienze di workshop (tra cui in Germania e Spagna) dove aveva dato un tema (dal peccato alla vergogna). In questo caso, l’unico dove i workshop leader non hanno fatto parte per scelta del processo selettivo degli studenti, curato interamente da Biennale, lavorano con attori a partire da testi nati da una precedente esperienza di Calvani e LaBute in Umbria (Spoleto) dove hanno lavorato sul tema della famiglia.

 

Anche questa biennale avrà il suo daily e anche qui si tratta di un workshop: Theatre Community è un laboratorio di critica teatrale, a cura di Andrea Porcheddu, critico e saggista, e di Ana Pérez Pagès, giornalista. Nascerà un blog omonimo.