365 giorni di mostre: il 2018 nei 12 musei civici veneziani

27 in tutto, il Muve insiste ancora con Marghera e Mestre

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365 giorni di mostre: il 2018 nei 12 musei civici veneziani

27 in tutto, il Muve insiste ancora con Marghera e Mestre

Presentato a Milano, il programma 2018 di mostre degli 11 musei civici veneziani (il secondo dell’era Brugnaro) non sorprende e non aggiunge alcunché; conferma il miglioramento (marcato) del rapporto con l’utenza elettorale principale, quella della terraferma (Mestre e dintorni) con appuntamenti al Centro Culturale Candiani e al Forte Marghera gestiti dalla Fondazione Muve. E conferma - se ce ne fosse stato bisogno - il disinteresse ad ancorare eventi in tutti gli spazi in concomitanza con le Biennali (quest’anno tocca ad Architettura).

 

Vediamo in dettaglio una serie di mostre nei vari spazi.

 

100 opere (tutti prestiti internazionali) e uno scenografo (Pier Luigi Pizzi che avevamo visto già all’opera in occasione del restyling di altro museo civico, Palazzo Mocenigo, senza lode, non ci convinse) per  la mostra più interessante (al momento è un forse, essendo la mostra…sulla carta) dedicata a John Ruskin, autore dell’insuperato Le Pietre di Venezia (al Palazzo Ducale dal 10 marzo al 10 giugno, la mostra ha stesso titolo della fortunata opera letteraria anche se si riferisce ai quadri di Ruskin). 

 

Ad incuriosire veramente è un dato: l’Ermitage che aveva già tentato collaborazioni con i Musei Civici in passato, ha finalmente scelto e ha scelto bene (il Fortuny e Daniela Ferretti - il luogo e la direttrice) per continuare a lavorare in laguna. E lo farà con due mostre, quella che ci interessa molto, sempre sulla carta, è FutuRuins (1 settembre 2018 - 7 gennaio 2019), l’altra è un parallelo tra Venezia e San Pietroburgo con una collezione di arte veneziana posseduta dal museo russo (dal 21 novembre 2018 al 20 febbraio 2019). 

 

La bella notizia qui è che il Fortuny riesce ancora a stare aperto e viene anche dal suo programma imminente in primavera, con mostre che iniziano già dal 23 marzo. Ancora una collaborazione con un fondo di collezioni, si tratta di quello di Giuseppe Merlini (a cura di Daniela Ferretti e Francesco Poli), che comprende trecento opere d’arte dai primi decenni del XX° secolo oggi, tra cui lavori di Filippo de Pisis, Adolfo Wildt, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Mario Sironi, Gino Severini, Giorgio Morandi, Mario Radice, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Dorazio, Zoran Mušiˇc.

 

L’anno di Tintoretto. Per i vertici della Fondazione è una scommessa facile e non ci sono dubbi, va celebrato. Occorre anche dire che la nuova presidente voluta da Brugnaro, l’imprenditrice della ferramenta Mariacristina Gribaudo, ha preferito vieppiù lasciare i temi più culturali a Gabriella Belli (la direttrice che ha resistito all’ondata di epurazioni di colore ‘fucsia’ in città) e si è sempre battuta per argomenti più legati al marketing museale (celebri …e celebrati anche con qualche ironia … i ‘compleanni al museo’ da lei introdotti) e a fare quel che poteva per migliorare l’esperienza di visita al museo - allungando spesso gli orari e attrezzando sale per famiglie. E per potenziare il Candiani (ma non ci sono dubbi per lei, neanche qui). 

Si sarebbe potuto pensare a molti altri momenti più forti ed edificanti per potenziare il marketing museale, a noi ne sono venuti in mente alcuni (e un paio li abbiamo proposti), ma al momento il livello sembra quello su espresso.

 

Dal 7 settembre (e fino a gennaio 2019), per il cinquecentenario dell’artista che più di tutto al mondo significa Venezia, il Tintoretto appunto, si mobilitano non solo le principali sedi espositive cittadine (Palazzo Ducale e Gallerie dell’Accademia, in un insolito duetto) ma anche chiese e parrocchie dove sono presenti opere del pittore, con la collaborazione degli organi della Chiesa in città. E’ una gigantesca mostra ‘diffusa’ (che comprende ovviamente la Scuola Grande di San Rocco e meno ovviamente quella di San Marco), con tanti prestiti internazionali dai maggiori musei al mondo (chi non possiede un Tintoretto?). A cura di Robert Echols e Frederick Ilchman, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, in co-produzione con la National Gallery of Art di Washington e in collaborazione con le Gallerie dell’Accademia, con il sostegno di Save Venice.

 

Anche quest’anno la collaborazione tra Venice Glass Week e Fondazione Musei Civici è in calendario (dal 9 settembre per una settimana) con Mario Bellini al Museo del Vetro di Murano (dove sarà in mostra anche l’arte vetraia di Seguso, dal 15 dicembre).

 

Il progetto ‘Muve Mestre’ vede una mostra sulla motocicletta al Forte di Marghera (dal 9 giugno) ed il premio Mestre Pittura (da settembre al Candiani).

 

Il Museo di Storia Naturale proporrà una serie di approfondimenti con giornate-evento: sulla biodiversità e il verde urbano (18 marzo), sui cambiamenti climatici (21 Aprile), con il Sea Turtle Day (16 giugno). 
 

Una chicca tra i circa 27 (sommati tutti gli appuntamenti tra mostre, eventi e incontri qui e a Mestre) progetti sulle varie sedi in tutto il 2018? 
 

Un focus sul Settecento veneziano in quello che ancora consideriamo (dopo il Fortuny) il migliore museo (per proposta e per cura delle sale, personale incluso) cittadino, Ca’ Rezzonico

Si tratta di una mostra di una artista e poetessa veneziana Giulia Lama (1681-1747), dal 23 maggio prossimo. La Lama, oltre che ricamatrice, matematica e poetessa riconosciuta in due antologie ‘nazionali’ (ci concediamo di dire), è stata la prima pittrice donna a eseguire un nudo maschile dal vivo. Ha avuto anche intensa attività di pittrice di pale d’altare: sebbene fosse assai schiva e riservata non lavorava solamente da casa (l’attuale Calle Lunga S Maria Formosa).