Limen, un libro fotografico di Danilo Capasso. Archeologia del disastro e strumento di planning

Presentato ad upmarket in forma di edizione limitata artigianale di due esemplari

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Limen, un libro fotografico di Danilo Capasso. Archeologia del disastro e strumento di planning

Presentato ad upmarket in forma di edizione limitata artigianale di due esemplari

Danilo Capasso è un archelogo del disastro e del paesaggio sociale. Non si occupa del paesaggio rimanendone distante ma affonda le mani nelle storie, ne indaga la trasformazione, tornando e ritornando nei luoghi. Le sue vivide e straordinarie composizioni leggono, senza alcun giudizio di valore, in quale direzione vada la sua terra.

Parafrasando un noto marchio editoriale francese dalle zuccherine pubblicazioni su scorci di città ed innamorati, Limen potrebbe essere un’edizione del disastro. Romantica, indugia su uno spazio urbano declassato a perenne suburra: l’unico polmone espansivo della affollata metropoli partenopea dove è, ancor più che in altre zone, inoperosa o silente una classe dirigente che in ogni epoca è stata corrotta e incapace. Dove latita l’imprenditoria privata, tranne pochi sgherri dell’immobiliare selvaggia capitanati da agenti senza copertura della locale sede uni-industriale, di cui si farebbe ben volentieri a meno visto il tipo di sviluppo dalle vecchie logiche di lottizzazione che esprimono. Dove è nata la Chinatown napoletana senza chiedere nulla a nessuno: abbondano i mercanti al minuto che hanno comprato con valigie di contanti gli esercizi fronte strada; qui risiedono gli spacci all’ingrosso, fino ad arrivare ai giganti di COSCO che gestiscono uno dei volumi più imponenti di traffico container nel sud del Mediterraneo con l’imprenditore Svizzero-Sorrentino Aponte (MSC).

Insolita alleanza sino-sud-italiota, COSCO-MSC inonda ogni arteria dei quartieri con flussi ininterrotti di tir che generano grandi parcheggi di merci, spesso affittati direttamente dalle locali famiglie malavitose che ne garantiscono anche la sicurezza. Ironia della sorte, il paesaggio lunare che ne consegue – una teoria di macerie, immondizia, cariatidi industriali, arterie autostradali e cantieri terra di prostituzione tutti-frutti diurna e notturna - assomiglia da vicino alle nuove città cinesi in espansione che erodono qui e lì le campagne punteggiate di orti. Terra agricola oltre che zona costiera e industriale, Napoli Est ha ancora tanti orti e come in Cina, terra piatta, i cinesi vanno in bici anche qui e sono puniti per una scelta sostenibile in uno degli scorci più inquinati d’Europa (più inquinato anche di Marghera): spesso investiti senza pietà da tir porta container in manovra.

In mezzo alle edizioni del disastro, la malavita prospera indisturbata, facendo affari ora con l’uno e ora con l’altro (infiltrando attività sane prima ancora che aprano, come il nuovo Mercato Ortofrutticolo a pochi passi dal Centro Direzionale, o grossi cantieri tra cui quello dell’Ospedale del Mare e, quello in fieri, dell’espansione del Centro Direzionale, fermo da 10 anni): diminuiscono i boss dai colletti bianchi, emigrati verso aree più redditizie, e aumentano i più sgangherati sicari di questo o quel boss di zona.

Per chi non ha mai visto Napoli Est, Limen è una guida romantica e feroce insieme per un suo attraversamento etereo e consapevole, piluccando i luoghi-landmark della sua estensione. Spesso la conoscenza è l’unica arma per salvarci dalla decadenza o dall’inazione dai toni depressivi.
Sicuramente Limen non è un libro per amministratori, o per il tipo d’investitori che attualmente sono interessati all’area: sia gli uni che gli altri non amerebbero far leggere le potenzialità  – o da quanti decenni la Ex Corradini giace in quello stato, straordinaria e ferita archeologia del passato industriale - preferendo tacerle per continuare indisturbati le loro speculazioni.

Oltre che per poeti, artisti e flaneur urbani, Limen è un volume prezioso per progettisti e capitani d’impresa illuminati che vogliono cogliere l’interezza di questa geografia ed essere privilegiati dalla composizione induttiva di Danilo Capasso, che negli ultimi 10 anni ha anche vissuto e lavorato a Napoli Est, fondando, finanziando ed esportando nei musei del mondo, un think-tank di arte e architettura partecipata con archivio di creatività site-specific online – N.EST www.napoliest.it - che ha lasciato anche segni, eventi, letteratura in inglese ed italiano oltre che opere sul territorio.

Limen apre le porte di un territorio e della sua gente, senza cliches. Una mappa emozionale straordinariamente diretta e funzionale. Un abbecedario di storia attuale che nessun altro mai ha avuto la capacità di sistematizzare così. Comprende il passato, l’incredibile e dilatato presente in apparenza senza sussulti e cambiamenti, fino alle pieghe, qui e lì quasi impercettibili, che punteggiano la via verso un futuro – qualsiasi esso possa essere. Denso, affastellato come l’arteria buia eppure luminosa che porta al grande vulcano.