upmarket starts 13 ends 22 April

self commissioned open gallery. In Milan

sezione: news


categorie: Design, Architettura, Arte, Corporate, Moda, teatro, performance,

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upmarket starts 13 ends 22 April

self commissioned open gallery. In Milan

upmarket starts 13 ends 22 April self commissioned open gallery. In Milan è stato il primo episodio di una serie di eventi che prendono spazio e forma nei tessuti urbani ed economici di grandi città europee.
Abitando temporaneamente, in forma domestica e non di shop, spazi sottoutilizzati o vuoti, fronte strada, nei momenti di maggior affluenza e richiesta di luoghi espositivi o di commercio. Come è accaduto ad esempio a Milano, dal 13 al 22 aprile 2012 quando la città è stata animata da MiArt e subito dopo dal Salone del Mobile e dal Fuorisalone. Con il 16 aprile come trait d’union tra i pubblici di entrambe le fiere.

Per la prima edizione di upmarket, pr/undercover ha invita designer, artisti, performer,  artigiani italiani e stranieri - scelti tra quelli promossi, sostenuti o seguiti nel corso di dieci anni di attività - ad agire in un podio espositivo ideato e finanziato dall’agenzia. Per esporre nuove opere – tra arredi, tessile, botanica, editoria, arte e performance - che rientrino nel segmento dell’abitare praticato prima di tutto dagli artisti stessi.

La mostra è stata visitata da circa 1500 persone, tra cui 52 tra magazine/tv/blogs&webtv/quotidiani Europei e d'altrove (editor, free lances e corrispondenti anche dalla Russia, dal Giappone, dagli Usa, da Israele).

Creazioni autoprodotte e auto-commissionate dagli artisti selezionati hanno occupato (e sono ancora in vendita se ci contattate) una carrozzeria in disuso, pertinenza originale di un palazzo storico di fine Ottocento tra i più belli della città di Milano, situato accanto ai luoghi del commercio dedicati al design e all’arte del quartiere Sant’Ambrogio, di fronte ad una concessionaria di auto di lusso e a pochi metri a piedi dai più noti musei pubblici cittadini e da un negozio di design.
Design (arredi, lighting, complementi), botanica, abiti, sculture edibili e cataloghi per bookable performance, fotografia e disegno, su oltre 300 metri quadri indoor, ad accesso libero tutti i giorni dalle 10 alle 19 dal 13 al 22 aprile 2012. Il giorno di apertura, venerdì 13, fino alle 22.

Il focus curatoriale si è concentrato sulla modularità o la componibilità (anche nel tempo, per progressivi accumuli di oggetti, status, statements) e rivela alcuni grandi innamoramenti per un materiale (marmo, alluminio, carta, glassa, meringa, legno) o per una tecnica.

Il fatto a mano, soprattutto con lavorazioni e autocostruzioni ingegnose quanto inedite, è sinonimo di lusso (upmarket), accessibile solo a persone con grandi capacità di spesa. Con upmarket si ritorna a una riscoperta del valore del fare, delle piccole dimensioni produttive, della commissione diretta agli artisti senza intermediari, per rendere più accessibile la qualità e creazioni straordinarie. A tutti quanti amano circondarsi di pezzi unici, o di volta in volta diversi, non solo ai grandi collezionisti.

Creare reddito nel segmento dell’auto-commissione e auto-produzione a sua volta genera ricadute su un tessuto sociale fatto di altri micro-artigiani, di saperi dimenticati, di ricerca e di conoscenza. Che nelle grandi città sono quasi del tutto scomparsi, pur essendoci tanti spazi vuoti a disposizione per impiantare laboratori e piccole officine.

upmarket è stato dedicato esclusivamente alla creazione di un interno domestico di nuova generazione, più che fornire solo idee autoriali, artiginali o limited edition per uno shopping à la page (dalla cucina al living fino alla moda).

upmarket si compone di arredi, botanica, habitat e sculture edibili di Simone Berti (Milano/Berlino), Danilo Capasso (Napoli), Natascia Fenoglio (Milano), serenagaldo (Milano/Atene); Alice Guareschi (Milano/Parigi); Greece is For Lovers (Atene), Patrick Hubmann (Milano), Giacomo Ravagli (Pistoia/New York), Karen Ryan (Londra), Nicola Toffolini (Firenze), Von Pelt. In aggiunta, nuovi lavori di Alessandro Cimmino (Milano/Levanto), Sabine Delafon (Milano/Grenoble), Nicolas Ambrosio (Milano/New York) ed altri. Infine di un instant book ongoing di pr/undercover, Bookable. Beta Tank, interessato a partecipare con un suo nuovo progetto di cui ci ha confermato in gennaio la tipologia, solo in data 22 marzo ha affermato di non essere stato in grado di produrlo. Ci dispiace per la sua mancanza di professionalità.


Simone Berti
è un artista e scultore italiano che vive e lavora tra Milano e Berlino ma è nato ad Adria (Veneto). Oltre dodici personali, tra cui alla Galleria Massimo De Carlo a Milano, Villa Medici a Roma, GAMeC a Bergamo, Sales ancora a Roma e da ultimo alla Galleria Vistamare di Pescara, Berti ha esposto in oltre 100 collettive, fiere e biennali – tra le quali Venezia e Istanbul – oltre che nelle principali istituzioni e musei in Europa e Stati Uniti come Whitechapel, Londra; MOCA - Museum Of Contemporary Art, Chicago; Centre Pompidou, Parigi; mudac - Museum of Design and Contemporary Applied Arts, Losanna. Conosciuta la sua arte solo nel 2004 attraverso grandi tele contenenti deliziose pitture di giganteschi tronchi d’albero che sapevano di habitat, ho rivisitato la sua produzione precedente in cataloghi e riviste. Simone Berti è creatore di giardini ma anche traveller nell’incognito di sé stesso, oltre che sperimentatore unico di meccanismi creativi su ogni formato. Ma soprattutto è architetto e designer sia di mondi attuali e presenti, sia di soluzioni che ancora non siamo pronti ad immaginare. Lui l’ha già fatto e talvolta le ha scolpite, talvolta le ha dipinte altre volte le ha filmate, performate o fatte immaginare da altri artisti, le condizioni dell’abitare da lui predilette si rivelano tutte su un bilico: la loro assenza di funzione con pura sostanza domestica.

Quanto design oggi è creato inutilmente e senza significato? Simone Berti, partendo dall’invenzione di mondi possibili, utilizza ogni media (che in troppi definiscono fine art), per arredare e risolvere il dilemma funzione vs decorazione. Impareggiabile, per upmarket – indeciso se continuare a lavorare sulla ceramica per creare delle non-lampade – ha alla fine optato per il legno e dei non-tavoli in varie dimensioni.


Natascia Fenoglio, designer ed artista italiana, è stata tra le fondatrici di Ciboh, un collettivo attivo a Milano dal 2003 al 2009. Fenoglio esplora il potenziale nascosto in differenti tipi di cibo e lavora con la versatilità degli alimenti per combinarli con altri materiali non edibili e con le infinite possibilità estetiche che ne possono scaturire. Partendo dalle caratteristiche fisiche e tecnologiche degli alimenti, Fenoglio crea mondi e composizioni di oggetti da pasto, mischiando sovente arte e intrattenimento nei suoi progetti. Spesso il suo lavoro è associato al food design, ma in realtà il suo approccio comprende non solo il design di oggetti edibili ma il progetto di installazioni che ridefiniscono, a volte temporaneamente a volte no, spazi e habitat. Fenoglio ama interagire con situazioni le cui dinamiche sono invertite rispetto al tradizionale senso culturale e ama condire le sue esperienze sui materiali con estetica pop, che riedita icone di consumo quali il Dolce Forno e il bento box giapponese.
Per upmarket, Natascia Fenoglio è l’autrice del postoristoro[1] che offrirà zuppe calde e fredde non-stop in uno speciale box. Ma sarà l'oggetto/soggetto del primo capitolo di un catalogo di performance edibili (le torte/sculture di Natascia saranno del pari in vendita al postoristoro) che è ideato ed edito da pr/undercover in edizione limitata. Più che un libro di ricette di torte, è un catalogo concettuale per prenotare ed acquistare, ovunque nel mondo le invenzioni di mondi degli artisti di volta in volta recensiti. Bookable, questo il titolo del catalogo on-going che recensirà performer ad ogni nuova apparizione di upmarket, è firmato da Diana Marrone, editor, da Danilo Capasso art director e, nella prima apparizione, da Beppe Brancato come direttore della fotografia ed autore degli scatti.


serenagaldo
è un brand che coincide con il nome reale di una designer italiana, che vive e lavora tra Milano ed Atene, creando accessori moda (borse, gioielli, pochette) che si contraddistinguono per un forte approccio progettuale e il look assolutamente non ordinario. serenagaldo combina l’innovazione con evidenti influenze del funzionalismo ed applica materiali moderni, mutuati dall’industrial design, usando metodi di produzione sempre nuovi. Formatasi come disegnatrice di gioielli nella capitale della moda per eccellenza, Milano, Serena non ha mai fino in fondo apprezzato il modo in cui il mondo dell’accessorio sembra intrappolato da stereotipi sociali e quindi il progetto dell’accessorio diventa per la designer un modo per liberare nuove emozioni, un territorio dove interagire e ricombinare a piacimento una borsa ed un gioiello. Per upmarket presenta due prodotti in anteprima mondiale che sono made and manufactured in Greece: due borse componibili, MUTO e la serie Folds. MUTO, prodotta in quattro modelli classici in pelle da calzature, è la prima borsa che cambia mood a seconda della propria funzione (da sera, da giorno, da shopping): è possibile comporla e scegliere il pattern desiderato. Folds è una serie innovativa ed ecologica da tutti i punti di vista, dalla costruzione al ciclo di vita del prodotto: è un accessorio ottenuti dallo sviluppo di un solido e composti da plastica completamente riciclabile. I primi elementi della serie Folds sono le borse Meteorite – disponibili in nero matto, grigio e marrone scuro. Quando serve spazio, Meteorite si smonta e si piega come una maglietta nell’armadio. E quando dovrà essere smaltita va nella plastica e soprattutto è già ottenuta da plastica riciclata!


Greece Is For Lovers
è nato ai piedi della collina dell’Acropoli (Atene) nel 2006 e da allora produce ed esibisce design made in Greece nel mondo (a Milano sono stati tra i finalisti della recente edizione del premio Elle Décor Awards con Slice Me Nice, tagliere in marmo con pestino a forma di racchetta da ping pong). Le menti creative dietro il brand si sono date la missione di introdurre un nuovo senso di “grecità” nel design contemporaneo, mescolando i più speziati caratteri principali del loro paese: humour, ironia, nonchalance e stravaganza. Ispirati da tutti quegli stereotipi che circolano sull’essere greci, i loro oggetti si concentrano a commentare comportamenti e attività sia del passato sia del presente. Non amano il compromesso i Greece Is For Lovers: il loro marchio di fabbrica siede a suo agio tra lusso e kitsch. Greece is for Lovers sono Thanos Karampatsos e Christina Kotsilelou. Per upmarket presentano, tra gli altri pezzi, due oggetti, uno in serie limitata ed uno open che insieme formano la loro ultima collezione.

Atlantish: Quite like Atlantis’, è un decanter in argilla (7 pezzi) e una sciarpa di seta in edizione aperta accompagnata da una tovaglia da tavolo, con la stessa stampa in digitale, che non è in vendita.
Atlantish: Quite like Atlantis: Se cerchi un alibi non guardare più lontano di Atlantide, un mito che sa di mondo perduto, di una civiltà perfetta che viene distrutta da una catastrofe naturale quando si trova al picco della perfezione. Il termos di polistirolo per trasportare acqua fresca, è un oggetto immancabile per tutti i greci da sempre, capita di incontrarlo un po’ dovunque – dai caicchi dei pescatori fino agli edifici e ai camping. Una sorta di classico del design che, sebbene sia realizzato in maniera non costosa, incorpora una sorta di allure sontuosa. Allo stesso modo, la tovaglia di carta che si trova in ogni trattoria greca è un impromptu e un facile souvenir, che contiene la mappa di ogni isola. Concentrandosi sul valore estetico di questi oggetti e sulla traccia nostalgica che contengono, GIFL cerca di interpretarli senza l’intenzione di essere troppo ironici o retro. Al contrario, lo scopo è promuoverli ad un livello estetico superiore, rendendoli posh e desiderabili. Quindi il termos di plastica è scolpito in un vaso di argilla rossa mentre le tovagliette usa e getta sono trasformate in una preziosa sciarpa di seta, che simboleggia la città perduta. Presentati come relitti di una civiltà scomparsa, questi oggetti diventano simbolo dell’innocenza dei tempi andati.


Alice Guareschi
è un’artista italiana con base a Milano, ma attualmente in residenza alla Cité des Arts di Parigi. Il suo lavoro si configura nel tempo come un'articolata costellazione di parole, immagini in movimento e oggetti, che prende forma e significato sia per quanto viene esplicitamente detto o si vede, sia per quanto resta taciuto o fuori campo. Materiali e tecniche diverse quali il video, la scultura, il testo, sono usati liberamente: forse perché il modo in cui l'artista si mette in relazione alle cose e ne fa esperienza è in realtà sempre volutamente affine a quello di chi scrive. Un tentativo di restituire nell'articolazione, nella selezione e nel ritmo degli elementi del discorso, così come nella variazione della distanza e del punto di vista, uno sguardo soggettivo, e insieme aperto e questionante sul mondo. Incontrata quasi dieci anni fa in occasione di una delle sue prime mostre milanesi, e mai persa di vista, Alice Guareschi presenta ad Upmarket alcuni lavori recenti qui riproposti in relazione a un contesto differente.Untitled (infinite interrupted) è del 2007: una serigrafia su legno, un oggetto da parete con bordura in alluminio che sembra un bersaglio, ma in cui la "funzione normale" (il fatto di poterlo colpire al centro) è idealmente resa impossibile dal movimento della spirale che sprofonda nel suo  interno (dunque infinitamente aperta), per poi essere bruscamente interrotta all'esterno: infinite interrupted, un paradosso. Un invito alla ripetizione infinita di un gesto senza scopo, una riflessione sul nostro tentativo di afferrare il tempo. La stessa immagine, in dimensione ridotta, sarà anche riprodotta in un multiplo su carta(stampa digitale su carta fine art).
Del 2010 è i giorni e le ore, piccola scultura in ceramica, raffinato centerpiece realizzato in 6 pezzi unici: in ogni singola edizione rimane identica la dimensione dell'oggetto, ma varia la disposizione dei sette solidi sulla superficie di base e il colore di finitura dello smalto. In mostra in azzurro, per gli altri cinque pezzi i colori variano tra verde, rosa, arancione, giallo, sempre in delicati toni pastello.
Del 2011 è “Distance becomes the secret language with which the conversation takes place”, piccola stampa fotografica a colori cm 6x8 in cornice nera, ritratto al tramonto di un'opera omonima dell'artista installata in permanenza sull'isola di Pantelleria.

Patrick Hubmann
è un designer austriaco che vive e lavora a Milano da dieci anni. Collaborazioni internazionali con gruppi di ricerca e partecipazioni a design week estere (da ultimo quella viennese), è stato appena nominato direttore creativo di esterni. Si è dedicato anche alla libera docenza e ha collaborato per speciali programmi di riabilitazione e formazione promossi da enti pubblici e fondazioni, tra cui la Fabbrica di Olinda, presso la quale ha diretto la falegnameria il cui team era formato da persone con disagi mentali, e l'istituto penale minorile Beccaria di Milano.

Patrick è soprattutto un artista e un artigiano "relazionale" che lavora prevalentemente, se non esclusivamente, con il legno. Giardini urbani portatili, panchine/ponti, transenne/fioriere, carriole/tavoli e nuove architetture per spazi temporanei in cui riattivare o far nascere la socialità e lo scambio: Hubmann è intrigato da cosa il design può fare, specialmente per lo spazio pubblico o per nuovi habitat che vengono fuori da crisi urbane o fratture nel corpo sociale.
Ad upmarket, progetta e costruisce Centrepiece Basins una intera sala da bagno in rovere intagliato e assemblato ad incastro.  Appassionato di spazi condivisi e luoghi pubblici, per la prima volta si cimenta nella progettazione di un ambiente domestico, tra i più intimi e privati.
Centrepiece Basins
è una famiglia di oggetti finemente cesellati e resi coesi non solo dalla funzione, ma dalla matrice costruttiva che genera una forma precisa e particolare ricordando a tratti le abilità dei maestri d'ascia e il design dei vascelli. Una vasca dalla altezza e pianta quadrata entrambe inusuali, una lampada, uno sgabello, un porta sapone e un porta oggetti che si accompagnano ad uno specchio dalle dimensioni inedite - stretto e lungo - creano un luogo della cura della persona da mettere al centro dell'attenzione. E trasferire, come accade ad upmarket, proprio in salotto. La neonata collezione è particolarmente versata a commissioni su misura. upmarket si rivelerà l'occasione buona per accrescere la collezione dei Centrepiece Basins parlando direttamente con il designer!



Giacomo Ravagli
- artista-scultore appena trentenne che come designer lavora da un anno ed espone con Nilufar Gallery – presenta a upmarket una nuova collezione di arredi realizzati a mano, intitolata Alpi, con marmi di scarto di diverse tipologie e colori che il designer trova in discariche o compra da speciali reseller di cocciame (prevalentemente destinato al mercato dell’edilizia e dei riempimenti di terreno). Li taglia e li unisce dotandoli di geometrie, spessori ed incastri inediti: con essi forma tavoli, lampade, consolle, sedie ed ottomane con curiosi inserti tessili e grandi masterpiece componibili e customizzabili all’infinito. Per interno e per esterno. Ed esorta chi possiede marmi e desidera demolirli, ad affidarli a lui per farli rivivere, in forma e funzione, prima di abbandonarli al declino perché quei pezzi di pietra prima sono stati montagne e pezzi di paesaggio - per sempre sottratti a qualche luogo del mondo per il privilegio di pochi.

Ravagli sarà in mostra anche alla Galleria Nilufar con un nuovo pezzo in edizione aperta – un grande e componibile chandelier in rame intitolato Tunisia – ed una nuova famiglia di arredi in marmo in edizione limitata, Home Around a Void.


Karen Ryan è una designer inglese che predilige progetti concettuali e critici. Laureata con MA in design al Royal College of Art nel 2001, vive a Londra. Necessità, destino e autobiografia, rovesciamento dell’ordine costituito, sono le influenze chiave della sua pratica come designer. Spesso usa materiali scartati o rifiuti, abbondantemente prodotti dal consumo di massa e dalla moda.
Per upmarket disegna e produce Portrait Chair, una nuova sedia creata e prodotta in Inghilterra. Strati di pelle provenienti da una valigia ed una borsa sono impreziositi da bottoni trovati e cuciti insieme con cotone rosso (come se fossero le connessioni nervose della mente): formano la spalliera; le braccia sono mobili ma il resto del materiale è fisso al corpo della seduta. E’ il ritratto di una donna ma è anche un nuovo gesto artistico: Ryan compone ritratti di umani in forma di sedia. Adorerebbe andare nelle case dei suoi clienti ed usare i loro scarti per fare loro una sedia-ritratto. Anche se il pezzo in mostra è il primo esempio di una serie in sviluppo, il metodo di lavoro può essere replicabile ed applicabile all’infinito, dando luce a pezzi differenti vista la natura dei materiali che lo compongono.
Karen Ryan: “Non c’è la necessità di disegnare (rimodellare) ancora una nuova sedia per farci un ritratto. Sono allenata a ritrarre la mia individualità per via del consumismo imperante nella società occidentale, lo faccio tutti i giorni attraverso gli oggetti che compro, ritraggo la tribù a cui appartengo, il mio senso del gusto, il mio essere benestante, me stessa. Perpetuare il bisogno attraverso il continuo consumismo fa sprofondare gli oggetti dalle loro umili origini. Non ritraggo la funzione od il consumismo con la mia “portrait chair”. Neanche pretendo di dimostrare che sia una sedia necessaria, perché la necessità, nel mondo delle sedie, è stata già perfettamente ritratta. Mi piace ritrarre l’imperfezione, la fragilità e la mortalità. “Portrait” è un oggetto disegnato che viene dal mio tempo e di cui prima di tutto io sono un prodotto.”

 

 
Nicola Toffolini
è un artista visivo, architetto e performer (con il suo gruppo di teatro Cosmesi) nato nel 1975 a Udine, attualmente vive e lavora a Firenze. Per upmarket espone una serie di disegni, Nootka.
Il lavoro di Toffolini è caratterizzato da un’estetica esatta e da un uso prolifico e sempre differente di scatole trasparenti auto-progettate e auto-costruite. Esamina come la natura esista nel mondo contemporaneo e in particolare esplora come sia possibile preservarla artificialmente in ambienti sterili. Per il pubblico, il lavoro di Toffolini rivela le relazioni tra elementi intrinsecamente differenti come la natura e l’artificio. “Trasparenze didattiche” che per l’artista rappresentano la sfida del processo creativo e il lavoro di imitare il vero modello naturale insieme ad un tentativo di riscrittura possibile.


Nessuna radice e differenti culture ne formano il dna. Nessun passato ma tante eredità, che, prima di essere dimenticate o svestite perché non sono più attuali, creano la base per la prossima avventura.
Mescolando, tappezzando, mettendo insieme attitudini e gesti artigianali provenienti da saperi diversi, Von Pelt è un nuovo marchio di design che nasce dal know-how che la sua direttrice artistica Desiree Von Pelt trasferisce da mondi à la page, dalla alla moda alle arti, rivelando un profondo e marcato senso della storia e delle tradizioni artigiane.
Von Pelt progetta tra Londra, la Spagna, l’Italia e Berlino ed ama evocare, campionare e riscrivere il sapore e le forme delle esperienze visive più forti del XXI secolo – dalla scultura alla fotografia fino alle produzioni underground – in ceramiche, credenze, sedie, lampade ed altre creazioni contemporanee spaziando dal brutalismo castigliano, ai tappeti, alla fine vetreria artistica accoppiata a fibre tecnologiche.
Ad upmarket VP presenta Collection 1/ Stations creata a partire dal tentativo di superamento dei confini tradizionali di una seduta, di un paravento e di tappeti per la casa. Combinando funzioni, modularità e poesia, Von Pelt applica un sistema costruttivo a cornice a tutti i nuovi arredi. Le cornici metalliche – forme solide – di solito hanno una funzione strutturale ma in Stations servono anche a sovrapporre chiavi di lettura ed a tenere insieme significati ulteriori, perché assemblano materiali eterogenei (juta per i paraventi accrescibili, una pelliccia per la sedia). Con un pizzico di sorpresa dal tocco cinematico: le cornici, o stazioni, si attivano con la presenza del visitatore, che le veste (o le sveste) della parte tessile dell’arredo. La sedia è anche un cappotto che può essere indossato, il paravento smette di essere tale quando la juta che lo compone viene staccata e diventa un poncho; il tappeto può essere ripiegato e “richiuso” su se’ stesso e diventare una sorta di rifugio domestico, una piccola oasi nomade dal lontano eco berbero. Nessuno dei materiali utilizzati nella prima collezione VP, quindi, ha cancellato la sua origine e può essere apprezzato anche per la sua originaria funzione.
Von Pelt Collection 1/Stations è la prima produzione di VP esclusivamente concepita per rispondere al tema creativo della mostra, la modularità e la ricerca attorno ad un materiale. Il neonato brand creativo è già al lavoro su una seconda collezione, interamente made in Italy come Stations, che sarà ultimata nel corso del 2012.

Danilo Capasso
, artista designer e architetto napoletano, è anche fondatore e curatore di N.EST (www.napoliest.it) ed è stato tra gli ideatori e produttori di un festival di arti elettroniche, Sintesi, durato lo spazio di un quinquennio a Napoli. Recentemente ed in team con un gruppo di progettisti del pari partenopei, è stato premiato al concorso di architettura Europan 11 con il progetto di un parco lungofiume e un ecoquartiere nella piccola città di Sambrevile in Belgio.

A upmarket, Capasso disegna il logo, le cartoline, gli inviti elettronici e disegna il libro Bookable.
In mostra presenta Limen: un oggetto di design ed un libro artigianale di fotografia urbana che si articolano nella forma di una installazione, un angolo di consultazione.

Limen, è un libro artigianale in edizione di due copie, composto da 27 pagine in formato 38cmx24cm, stampato a colori su carta fotografica. 24 scatti scelti da un corpus di documentazioni fotografiche sugli spazi transizionali della città contemporanea, qui dedicato a Napoli est, di cui stralci sono stati pubblicati su riviste internazionali di architettura, e presentati a Praga durante la Biennale delle Vestigia Industriali nel 2011.

Limen è anche uno space divider, una vela per interni, sottile soglia che divide lo spazio, è realizzata in materiali tecnici e impreziosita da una serigrafia. La vela, altamente personalizzabile in misure, forme e materiali, realizzata grazie al sostegno di Veleria B&D (www.niord.it), mutua le ricerche che il padre dell’artista, Aldo, da oltre un trentennio promuove ed origina sulle architetture leggere per usi pubblici ed indoor.

Limen concept
“Prendendo spunto dagli studi di antropologia culturale di Victor Turner, lo stato liminale definisce la condizione
dell'individuo sospeso tra la propria identità passata e quella futura e perciò al di fuori dell'ordine stabilito, in una condizione di potenzialità. Partendo dallo studio delle culture tribali, Turner osserva che processi evolutivi e di cambiamento prodotti durante una crisi si risolvono attraverso dei processi rituali, performativi, che si svolgono in tre diverse fasi: separazione, liminalità e aggregazione. I paesaggi transizionali della città sono liminali perché rimangono ai margini (o limen, che in latino significa soglia), in attesa del desiderio sociale di iscrivervi un valore ed uno status. Sono spazi che, a varie gradazioni, attraversano una fase di trasformazione; aree che il temporaneo stato fuori dall'ordinario, rende luogo di sperimentazione fenomenologica e progettuale” (D. Capasso).

Una recensione su Limen, il libro:

http://www.prundercover.com/it/blog/52/Limen-un-libro-fotografico-di-Danilo-Capasso-Archeologia-del-disastro-e-strumento-di-planning.html



Alessandro Cimmino
, fotografo ed architetto napoletano che vive tra Milano e Levanto, ritrae il paesaggio e le tracce che su esso incidono il tempo, le politiche di pianificazione e la tecnologia - con particolare interesse alle trasformazioni subite dalle od agite nelle città contemporanee. Firma campagne, cataloghi, ricerche e mostre, pubblicazioni internazionali commissionate da istituzioni pubbliche, marchi industriali, fondazioni e grandi progetti d’arte. 
Come artista, Cimmino ha esposto in istituzioni pubbliche e gallerie private europee, premi e festival di fotografia internazionali. Prediligendo quasi sempre la pellicola ed il bianco e nero, ha indagato il mondo visto a 60km/h, porzioni afasiche e ristrette di diverse città europee dall’inusuale prospettiva delle cctv, i colori e le architetture delle città di fondazione indiane. Ha letto e ricampionato la texture di grandi edifici modernisti oppure il grido muto (mayday) della sua città natale.

Ad upmarket trasferisce il suo metodo di lavoro, e parte del desk del suo studio. Presenta un nuovo progetto fotografico, in anteprima assoluta: una ricognizione delle architetture dello spettacolo e del cinema fatta in uno dei più famosi teatri di posa del mondo, attraverso sei contatti 20X25 cm in bianco e nero, ottenuti dalle lastre 8”x10”della macchina fotografica  Deardorff   con cui Cimmino ha realizzato  le riprese.
Seconda Visione
, questo il titolo della nuova serie fotografica, è presentato come fosse un album lineare a parete, sotto plexiglass, che dischiude solo una selezione da una più vasta libreria di 20 immagini che l’artista ha realizzato dal 2010 ad oggi. Cimmino ritrae falsi habitat che tanta parte hanno avuto a formare l’immaginario domestico ed urbano dell’audience ad ogni latitudine e ne indaga la rappresentazione con un occhio da progettista oltre che da fotografo.
I sei contatti esposti in sequenza, possono essere acquistati in formato 20x25 in edizione di tre o in alternativa possono essere stampati su carta fotografica 110 cm x 138 cm montata su Dibond in edizione di 3+1. Un'edizione è stata acquistata e la serie sarà pubblicata su Wallpaper di Luglio in un servizio di interior realizzato dalla rivista proprio a Milano dopo la mostra.


Sabine Delafon
, artista concettuale e performer francese che vive e lavora tra Milano ed il mondo, per up/market si occupa con ossessione e fede, convinzione e credenza visionaria di botanica ed è protagonista di questa insolita sezione della mostra, forse la più potente.
Sabine presenta una delle sue serie di maggior successo, che è iniziata da lungo tempo come la maggior parte dei suoi lavori. Più precisamente nel 1999 e va ancora avanti: upmarket ospita quattro dei suoi 3000 Quadri Fogli, pezzi unici, numerati da 1 a tremila creati in differenti dimensioni. Si tratta di veri quadrifogli che l’artista trova e poi scansiona in pose insolite oltre che tutte diverse, arricchendone il ritratto digitale e restituendone la naturalezza sempre verde, per poi stamparli su carta accoppiata ad alluminio.
Dice di lei Marcia Caines: “Fortuna e coincidenza, superstizione e rarità, errore e destino sono le parole che Delafon sceglie per descrivere il suo lavoro. Il quadrifoglio è verde, è una pianta comune con un gene recessivo o una mutazione ambientale. Esiste dal Medioevo e la leggenda vuole che sia dotato di potere spirituale. Le sue immagini vivide ci ricordano noi bambini la felicità di trovarne uno, perché porta fortuna. La gioia e la scoperta. La semplicità dei quadrifogli rappresenta la spontanea complessità della natura e di certi aspetti degli esseri umani.” Non c’è miglior giardino domestico di questo e l’artista simbolicamente ricrea un cerchio di sospensione e di leggerezza puntellando delle sue magiche visioni le colonne dell’autofficina che ospita upmarket. Perché i sogni possono, in un modo o nell’altro, sorreggere la realtà.



Nicolas Ambrosio
(Milano/New York) è un disegnatore e artigiano di gioielli unisex e da donna, composti sia di materiali (metalli e pietre) preziose o nobili, come il rame, sia di uso ordinario. Da qualche tempo Nico ridona vita a chiavi di casa, portoni, portali – per la maggior parte antiche – che cerca in tanti paesi del mondo, dall’Argentina all’India alla Cina. Vecchie chiavi usate per aprire porte, vecchi cassetti gelosamente custoditi e che a loro volta custodiscono altri tesori o altre memorie. Piano piano queste chiavi perdono valore. La riscoperta di queste storie, medium d’accesso per mondi e persone diverse e lontane, è simbolica: le chiavi diventano ornamento per gioielli da indossare, con inserti macro che si intersecano al mood dell’abbigliamento del giorno. Tutti i gioielli di Nico sono pezzi unici. Durante la mostra sono state venduti due esemplari (serie tool, serie chiavi).



Luc Ribel
(Milano) viene al mondo (nella grafica) nel 1993, da allora ha firmato street fashion per molti brand. I suoi lavori più importanti si situano negli anni ’90 con il brand "tim camino". Le sue tshirt sono state esposte da Colette (Parigi). Ha collaborato anche con il magazine belga Addict Lab.

In mostra ad up/market una serie di limited edition tshirts intitolate Alien Love.


esterni
design è una collezione di oggetti nati (e testati) in contesti urbani, dall’esperienza di esterni.

Oggetti pensati per disegnare spazi pubblici di incontro e interazione tra le persone. Sono oggetti dal design semplice, pensati per essere montati e smontati più e più volte, per disegnare spazi e relazioni ogni volta diverse.

Sono oggetti che si prestano a essere usati, vissuti, reinterpretati.  Sono oggetti di tutti.

cavalletti

In mostra (e in uso!) nello spazio di upmarket cavalletti in ferro.

Nella versione qui presentata i cavalletti si presentano in ferro grezzo (ma possono essere personalizzati con diversi colori), larghi 105 cm e alti 74 cm.

Con forma di U rovesciata, i cavalletti hanno uno spessore superiore cavo di 2,7 cm all’interno del quale si infilano due assi della larghezza di 50 cm ciascuna. Una manopola a vite, posizionata al centro del cavalletto, permette di fissare e stabilizzare le assi.

Con questo semplice sistema è possibile creare tavoli sempre diversi. Lunghi 1,2, 3, 4, 5 metri. Non c’è limite. In legno di faggio, rovere, ciliegio, …, con materiali grezzi, semilavorati o lavorati. Con materiali nuovi o di recupero.

In questo caso abbiamo scelto:

  • due piani di massello di faggio crudo della lunghezza di 2m, angoli stondati verniciate al naturale (abbinate due panche di 2mt)
  • due tavole grezze di faggio crudo tagliate da un tronco con corteccia, levigati solo alla superficie superiore, della lunghezza di 2 mt
  • un piano composto da listelli di faggio della sezione 8x2,7 cm verniciati al naturale. Il disallineamento di questi listelli crea un disegno del piano personalizzabile, della lunghezza di 1,5mt più abbondanze di 10 centimetri

transenna

Rivisitazione della tradizionale transenna, dove al segno che solitamente separa, divide e allontana (sbarra di ferro o asse in legno dipinta di rosso e bianco), si sostituisce una piccola vasca di legno portafiori.

La transenna è realizzata in legno di abete. Misure della vasca 175x10x9cm, altezza delle gambe 80cm.


Orari di Apertura e Informazioni
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upmarket
è la prima edizione di un format ideato da Diana Marrone e proprietà di pr/undercover che si svolgerà in altre città europee esplorando spazi sottoutilizzati, vuoti, abbandonati o mai dedicati alla creatività auto-commissionata e dalla forte valenza artigianale.
upmarket è in Viale di Porta Vercellina 15 – 20123 Milano



Ringraziamenti


upmarket ringrazia esterni per il product placement di transenna, di cavalletti completi di top e panche, per il lighting prestato alla mostra e ricorda che ogni oggetto è in vendita o noleggio. Per informazioni: produzione at esterni.org www.esterni.org T/F +02 713 613

upmarket ringrazia Cantine Cecchi per il sample di Bonizio IGT Toscana 2010 e di Vermentino La Mora Maremma Toscana IGT 2011 distribuiti alla vernice stampa di venerdì 13 aprile 2012.

upmarket ringrazia Danilo Capasso per l’art direction, la creazione del logo e l’impaginazione di Bookable, oltre che per aver donato gli artwork fotografici per le cartoline ed il save the date della mostra.

upmarket ringrazia, last but not least, Giacomo Ravagli per aver firmato anche l’interior design dell’intero show.

Trasporti Pubblici

Metro Sant’Ambrogio o Conciliazione

BUS: 58,68,74

TRAM: 16, 19

 
Orari
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13-22 Aprile 2012 ore 10-19 (accesso libero)

La notte dell’Arte in collaborazione con MiArt: apertura speciale 13 aprile ore 19-22

Party: domenica 22 aprile ore 19-22.30 (a inviti)

 Drink e postoristoro tutti i giorni dalle 11 alle 19


[1] Il neologismo è stato coniato dallo scrittore italiano Pier Vittorio Tondelli in Altri Libertini, Feltrinelli, 1980