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Le Giornate Nazionali dei Castelli quest'anno raddoppiano: 13, 14 maggio e 16, 17, 23 settembre
Le architetture protagoniste raccontate in diversi stati di conservazione
L’Istituto Italiano Castelli, onlus a carattere scientifico fondata da Piero Gazzola nel 1964, annuncia le date della XXIV edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli che per la prima volta nella loro lunga storia raddoppiano, tenendosi sia nel weekend del 13 e 14 maggio che in quello del 16, 17, 23 settembre in concomitanza con le Giornate Europee del Patrimonio riaprendo gli stessi siti ed alcuni selezionati solo per queste Giornate.
Con la doppia serie di visite, ideate ed organizzate dai volontari della onlus in 19 regioni italiane - da nord a sud della penisola, isole comprese - il valore ed il riutilizzo delle architetture fortificate italiane in ogni stato di conservazione potrà essere vissuto da un numero doppio di appassionati e turisti.
I visitatori avranno anche a disposizione, se scelgono di fermarsi in una regione nel primo weekend e successivamente cambiarla, itinerari culturali aggiuntivi per la maggior parte percorribili a piedi.
Studiati e condotti dagli esperti e studiosi della onlus organizzatrice, hanno lo scopo di contestualizzare le architetture e la loro storia nel paesaggio e nella comunità territoriale a cui appartengono da secoli e per la quale potrebbero essere volano di una seconda opportunità di rilancio.
‘’E’sempre difficile scegliere dove trascorrere un fine settimana in Italia durante le Giornate Nazionali dei Castelli. Quest'anno ritorniamo alla tradizionale data di maggio e abbiamo pensato di espandere le visita di sabato 13 e domenica 14 ,aggiungendo siti collaterali e numerosi itinerari turistici a piedi che famiglie e turisti hanno molto gradito negli anni precedenti.’ afferma l’imprenditrice siciliana Michaela Marullo Stagno D’Alcontres, nuova presidente della onlus organizzatrice.
‘Quest'anno, facendo seguito al grande impegno durante la presidenza di Fabio Pignatelli della Leonessa ,volto ad ampliare la comunicazione e a dare maggiore risalto alle Giornate Nazionali dei Castelli, è stata prevista una seconda replica delle Giornate , il 16 e 17 settembre quando, in coincidenza con le Giornate Europee del Patrimonio, saranno aperti sia i siti di maggio che altri nuovi. Siamo fiduciosi di poter contare, per la buona riuscita delle Giornate, sulla collaborazione delle amministrazioni locali, delle università ,delle soprintendenze , dei mezzi di comunicazione e di tutte le associazioni con le quali abbiamo accordi nazionali tra cui l’ASI, l’UNPLI e molte altre.
La sinergia tra pubblico e privato è l'altro faro guida nell’attività volontaria per l'Istituto: diamo vita a progetti di pubblica utilità che sottolineano ancora una volta la cura del bene comune e la valorizzazione di fortificazioni ad alto valore simbolico.
Ultimo testimone è il progetto di illuminazione della cortina esterna del Forte del SS. Salvatore di Messina, monumento del cuore per i cittadini messinesi e per i visitatori; il suo lungo bastione nel porto cittadino ora risplende di notte e permette di sfruttare uno spazio sottoutilizzato nelle ore serali.
A breve inizieranno i lavori dell'illuminazione artistica del monumento e ciò consentirà alla cittadinanza di sentirsi unita in importanti fasi della vita, come accaduto con l'illuminazione tricolore durante la pandemia e la visita alla città del Capo dello Stato.
I castelli italiani sono un tesoro composto di storia, di geografie sociali, di gesta di donne e uomini che nei secoli hanno animato, popolato e guidato territori, economie, grazie alla cultura del saper fare italiano. Salvaguardare i castelli non è solo materia di architettura, restauro, filologia ed alto artigianato ma un coacervo di azioni che riportano in luce siti spesso dimenticati ma legati indissolubilmente a città e borghi, vallate e belvederi. Un progetto adeguato di valorizzazione del patrimonio castellano consentirà alle generazioni future di ritrovare i segni tangibili della storia. Inoltre, il turismo castellano sarebbe capace di muovere grandi interessi e di risvegliare anche le aree più interne delle nostre regioni rivalutando l’economia e le risorse locali.
Il nostro impegno nello studio, nel censimento e nella salvaguardia di forti, torri, bastioni e cinte murarie, di piccoli e grandi castelli in ogni stato di conservazione si protende soprattutto verso i giovani. Ne sono testimonianza le tante iniziative dell'Istituto per facilitare la loro partecipazione attiva, a cominciare dalla fondazione delle locali sezioni 'Giovani' in tutte le regioni italiane; i premi fotografici per le scuole secondarie; i premi di laurea ecc. Due anni fa in Abruzzo abbiamo avuto la prima iscritta quindicenne che ha deciso di impegnarsi in prima persona per cambiare le sorti del castello del suo paese. Anche in Sicilia, a Mineo, una giovane professionista di successo non ha esitato a trascurare la sua professione per dedicarsi al restauro del castello di famiglia. La sezione Molise, inoltre, sostiene un interessante progetto rivolto agli studenti delle scuole con l’intento di sensibilizzare gli alunni alla conoscenza ed alla tutela del patrimonio culturale. Sarà prioritario per l’Istituto coinvolgere numerose scolaresche a partecipare alle visite.
Le Giornate Nazionali dei Castelli che quest’anno sono giunte alla XXIV edizione, sono sicuramente uno strumento indispensabile e di grandissima potenzialità per la crescita dell’associazione. Lo stesso dicasi per il Premio di Laurea, per le attività scientifiche, per le varie pubblicazioni, tra cui le riviste Castellum e Cronache Castellane, la collana editoriale Castella.’ conclude.
L’Abruzzo, regione ricchissima di castelli, cinte murarie e torri, è protagonista domenica 14 maggio con Teramo dove sono stati messi a punto tre itinerari gratuiti prenotabili in autonomia con l’app Scopri Teramo che permettono la comprensione di architetture fortificate molto diverse. All’ottocentesco Castello della Monica (unicum architettonico nell’intero panorama nazionale per la sua specificità progettuale) che fu costruito come dimora personale dall’artista teramano Gennaro della Monica si accompagna la cinta muraria della città con tutte le straordinarie porte di accesso al centro, infine Palazzo Melatino, signorile esempio di palazzo nobiliare del XIII secolo in collaborazione con la Fondazione Tercas.
La Basilicata apre sia il 13 che il 14 maggio Valsinni, castello di proprietà privata ottimamente conservato ed edificato dal X all’XI sec. da probabile ampliamento di una precedente fortificazione longobarda: si erge sull’abitato, in posizione dominante sul territorio circostante e, in particolare, sull’ultima chiusa del fiume Sinni prima che questo sfoci nel Mar Ionio. La storia del maniero lascia trasparire una complessa stratificazione architettonica ancora non pienamente decifrata e oggetto di ricerche archeologiche.
Il piccolo centro abitato è anche uno dei primi parchi letterari d’Italia, con cui i membri dell’Istituto Italiano Castelli collaborano per realizzare un ricco programma durante le Giornate Nazionali dei Castelli. Va ricordata, inoltre, la manifestazione annuale “L’Estate di Isabella” che offre eventi culturali, itinerari poetici, mostre temporanee, spettacoli teatrali e rassegne gastronomiche con giovani in costume che accolgono i visitatori sulle note dei menestrelli, all’ombra dell’imponente castello.
La figura di Isabella Morra, letterata petrarchista della prima metà del XVI secolo, è legata, infatti, al castello: proprio nella rocca ha vissuto in condizione di isolamento e segregazione fino alla prematura scomparsa per mano dei fratelli, in seguito alla scoperta di una presunta relazione della nobildonna con Diego Sandoval de Castro, barone di Bollita (la vicina Nova Siri). La tragica vicenda biografica di Isabella Morra è rimasta a lungo nell’oblio, fino alla riscoperta condotta da Benedetto Croce nel primo Novecento e alle recenti riletture femministe, prevalentemente in ambito statunitense, dei componimenti letterari.
La Calabria celebra Crotone, una delle prime poleis greche fondata dagli esuli dell’Acaia nell’VIII sec. a.C.: in collaborazione con il Comune di Crotone i soci volontari dell’Istituto Italiano Castelli hanno ideato un percorso gratuito di visita, conversazioni entro e attorno il celebre castello cittadino, che si è sviluppato sul sito dell’originaria acropoli e che domina ancora l’intera città. Dall’XII secolo fece parte delle fortificazioni concesse ai vassalli di Ruggero II il normanno e fu poi fortificato da Federico II di Svevia. A partire dalla metà del ‘500, per volontà di Don Pedro di Toledo – Viceré a Napoli per Carlo V - il castello subì cambiamenti radicali. Ultimi interventi furono effettuati sotto la dominazione austriaca all’inizio del XVIII secolo. Le visite guidate al maniero si terranno il 13 ed il 14 maggio con la collaborazione dell’ Associazione Culturale Multitracce.
Quattro itinerari aggiuntivi sono stati messi a punto dagli studiosi e dagli esperti dell’Istituto: la visita del centro storico di Crotone con sedici tappe e una mostra permanente alla Casa della Cultura di Gaele Covelli; un percorso archeologico con il parco archeologico e 3 musei; un percorso dedicato ai palazzi nobiliari con nove tappe e un percorso dedicato alle architetture religiose che vede, oltre alla basilica cattedrale, altre sette chiese coinvolte.
Il Castello Aragonese di Baia (NA) è il sito principale prescelto in Campania dai locali soci dell’Istituto in collaborazione con il Parco Archeologico del Campi Flegrei e visite nelle giornate del 13 e 14 maggio a cui si aggiunge un itinerario archeologico da percorrere in autonomia, che suggerisce otto percorsi su terra e uno sommerso nei comuni di Cuma, Pozzuoli e Baia. La costruzione del castello fu iniziata dagli Aragonesi nell'anno 1495, insieme a numerose opere di fortificazione nel Regno, in vista dell’invasione da parte di Carlo VIII. La fortificazione fu eretta in un'area di rilevante importanza strategica, con una particolare posizione geografica, da cui si dominava il vasto specchio di mare che si estende dal golfo di Pozzuoli all'acropoli di Cuma, con veduta di Capri, Procida ed Ischia. Il nucleo originario aragonese ingloba al suo interno i resti di una villa romana di epoca tardo – repubblicana (forse di Giulio Cesare).
Ricco il programma di eventi e visite collaterali anche quest’anno in tutta la regione Campania: a Melito Irpino (Avelllino) sabato 13 maggio visita guidata al suggestivo borgo medievale abbandonato ed ai resti del castello angioino-aragonese; nella stessa data visita guidata al borgo medievale di Agropoli mentre domenica mattina 14 maggio presso la Sala Consiliare del Comune si terrà una conferenza su “ La presenza dei saraceni ed il ribat ‘agropolitano’ (882-915)”.
Domenica 14 maggio sarà protagonista Vairano Patenora (Caserta) con una visita guidata itinerante al borgo turrito ed al castello preceduta da una colazione nei giardini di un'antica villa nobiliare; il nucleo medievale è ancora delimitato da una murazione difensiva con torrette cilindriche databili al XV secolo mentre il castello, ricostruito dai d’Avalos con il suo tipico impianto con torrioni cilindrici a base scarpata riecheggia il Castelnuovo di Napoli.
Visite guidate ed un convegno si terranno anche nel castello dell’Ettore ad Apice (Benevento): le visite sia sabato 13 che domenica 14 maggio saranno arricchite da figuranti in abiti medievali e artigianato. Domenica 14, a partire dalle ore 10, il castello ospiterà il convegno: “Il castello di Apice per la storia e la valorizzazione del territorio”.
I resti del castello di Pino (Pimonte, NA) saranno infine protagonisti una settimana dopo (20-21 maggio) con visite guidate ed escursioni sui sentieri di Pimonte a cura delle guide del Club Alpino Italiano.
In Emilia Romagna aperti alle visite e alle attività delle Giornate il Castello di Castellarano e relativo borgo fortificato che accoglieranno i visitatori il 13 e il 14 maggio.
Il Castello con la sua torre probabilmente costituisce l’edificio più antico dell’intero centro storico: è ancora, da più di 150 anni, una residenza privata abitata dalla famiglia Casali. In compagnia dei volontari della Sezione Emilia Romagna dell’Istituto Italiano Castelli, i visitatori scopriranno la storia di quest’antica fortificazione ammirando la ghiacciaia Estense, la Fondazza ed i giardini da cui si gode una vista spettacolare della valle del Secchia.
Il borgo storico di Castellarano, in provincia di Reggio Emilia, si trova sulle sponde del fiume Secchia, arroccato su una collina in arenaria che domina la valle sottostante ed offre monumenti, spazi e vedute di grande fascino. Il monumento più caratteristico del borgo è la “Rocchetta”, porta d’ingresso fortificata e punto di passaggio dell’antica via che dai monti portava alla pianura, risalente al 1470.
Oltre al percorso del Castello, i visitatori troveranno due itinerari aggiuntivi: la visita ai monumenti del borgo antico a cura delle guide locali e il percorso mozzafiato Calanchi e Castelli ideato dalla sezione Emilia Romagna che partendo dal borgo antico si snoda in 7 tappe per 28,6 km nei comuni di Castellarano, Scandiano e Casalgrande fra le colline dell’appenino reggiano permettendo al visitatore di ammirare, fra la struggente bellezza dei calanchi e della natura impervia, due Big Bench, il castello di San Valentino e la sua Pieve romanica, il castello di Montebabbio, il castello della Torricella dove Matteo Maria Boiardo scrisse l’Orlando Innamorato, il castello di Casalgrande e la Torre di Dinazzano.
Prima del weekend delle Giornate, giovedì 11 maggio dalle ore 17.00, la Chiesa di Santa Croce ospita una conferenza sul restauro delle architetture fortificate presenti nel territorio e, la sera, l’inaugurazione della mostra di Loreno Confortini, illustratore per numerose riviste fra le quali Bell’Italia, che presenterà la veduta di Castellarano realizzata per l’occasione. La mostra sarà visitabile fino a domenica 14 maggio quando un gruppo di 50 auto d’epoca del Club Asi Circolo della Biella, affrontando il percorso Calanchi e Castelli, attraverserà il territorio del comune arrivando nel pomeriggio a Castellarano dove gli appassionati potranno ammirare a partire dalle ore 15.00 le auto parcheggiate davanti alla Rocchetta.
In Friuli Venezia Giulia protagonisti i castelli di Meduno, Toppo e Solimbergo nella pedemontana pordenonese. Le attività, patrocinate dai Comuni di Sequals, Travesio e Meduno in collaborazione con l’Associazione Lis Aganis Ecomuseo delle Dolomiti Friulane APS, si svolgeranno nella giornata di domenica 14 maggio.
Nei tre castelli sono previste visite guidate a cura di esperti nel campo della storia dell’architettura, della stratigrafia degli elevati e dell’archeologia ed esperienze in forma di narrazione, laboratorio ed esibizioni musicali.
Con una piacevole passeggiata si potranno raggiungere le tre architetture fortificate allo stato di rudere o optare per percorsi a più lunga percorrenza.
In Lazio visite guidate sia sabato che domenica 13 e 14 maggio alle 10 e alle 12 a Castel Sant’Angelo (Roma), dove l’Istituto Italiano Castelli è nato ed ha una sede.
Attualmente il complesso è sede del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo (Polo Museale Romano), nel quale sono conservate ragguardevoli collezioni di pittura, scultura, ceramiche e antiche armi. Edificata intorno al 123 d.C., come mausoleo per l'imperatore e la sua famiglia, agli inizi del V secolo la Mole di Adriano, dismessa la sua originaria funzione, è divenuta un caposaldo essenziale dell’apparato difensivo di Roma, assumendo la denominazione di Castellum.
La sede IIC Liguria ripropone, sabato 13 maggio, la visita a piedi del delizioso borgo di Bordighera e del castello di Dolceacqua, oltre che dei Giardini Moreno, la chiesa dedicata a S. Ampelio, la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena.
In Lombardia visite e programmi incentrati sui castelli di Brescia (sabato 13 maggio) e di Bergamo (domenica 14 maggio): le attività disegnate dalla sezione lombarda dell’Istituto Italiano Castelli sono collegate a Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023: gli obiettivi principali sono la conoscenza partecipata, la valorizzazione di architetture e paesaggi che fanno parte integrante della storia delle due province interessate e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla loro tutela.
Il castello di Brescia è un’imponente struttura fortificata costruita sul colle Cidneo che domina la città. La posizione del primitivo insediamento difensivo romano, nato sulla sommità dell’altura, è stata ripresa dalla rocca comunale medievale, poi restaurata dai Visconti. Alla fine del XVI secolo i veneziani costruirono ad una quota più bassa una moderna cerchia bastionata, trasformando l’antica struttura fortificata viscontea in una vera e propria fortezza. Agli inizi del XX secolo l’area fu acquistata dal comune e adibita a parco pubblico con alcuni edifici adibiti a museo (Museo delle armi e Museo del Risorgimento).
I caratteri geo-topografici del colle Cidneo hanno fortemente condizionato le scelte difensive locali e sono state determinanti nello sviluppo della città. L’incontro di studio e le visite guidate saranno volte a mettere in evidenza il rapporto fra la fortificazione e il sito in cui è nata compiendo anche opportuni confronti con il sistema di difesa della città di Bergamo.
Dalle 10 di sabato 13 maggio, l’istituto organizza un incontro di studio “Il Castello di Brescia e il colle Cidneo” mentre dalle ore 14.30 alle 16.30 visite guidate del colle Cidneo e delle sue fortificazioni.
Il castello di San Vigilio in Bergamo, ad onta della sua storia millenaria e dei molti studi, pone ancora quesiti sul suo divenire nel tempo. Sorto in età altomedievale, segue, con alterne vicende, la storia della città fino al XIX secolo.
La sua fase più interessante è quella veneta, quando Venezia nel Cinquecento riforma, amplia e aggiorna alla moderna la fortificazione. Con la caduta della Serenissima, perde valore, viene dismesso e infine privatizzato; nel 1957 l’amministrazione Comunale ne acquista la parte più significativa. Nel 2017 l’Unesco lo inserisce nell’ambito del Sito delle opere di difesa veneziane, entra così nell’elenco dei “Beni Culturali dell’Umanità”.
Il luogo merita oggi (in ragione anche della Capitale italiana della Cultura 2023) d’essere visitato, studiato, valorizzato: veramente conosciuto.
I soci volontari della sezione Marche dell’Istituto Italiano Castelli rendono protagonista un altro borgo straordinario, quello di Acquaviva Picena con la sua ben conservata fortezza.
Il piccolo centro si erge su due verdi colli, nell’immediato entroterra di San Benedetto del Tronto. E’ un borgo fortificato, munito di ben otto torri poligonali e cilindriche con tre porte di ingresso al recinto ed un rotondo torrione detto “Fortezza verso mare”. In direzione opposta si erge invece la “Fortezza maggiore”, una poderosa fortificazione picena prima e romana dopo già compare in documenti risalenti al 947. La fortezza è un meraviglioso esempio di architettura rinascimentale: ogni estate diventa lo scenario perfetto per una rievocazione storica denominata Palio del Duca che si svolge per una settimana con vari eventi che culminano in una sontuosa e ricercata cena medioevale denominata “Sponsalia, Omaggio all’amore”, rievocazione storica delle nozze nel 1234 tra la bellissima Forasteria d’Acquaviva con Rainaldo di Brunforte, signore di Mogliano.
Le Giornate Nazionali dei Castelli in Molise offrono visite guidate, convegni e presentazioni di libri, oltre che itinerari collaterali sia il 13 che il 14 maggio. L’architettura fortificata principale prescelta è il Castello di Civitacampomarano con il suo borgo.
‘Il castello è situato nella parte centrale dell'abitato, su un masso di pietra arenaria a 520 di altitudine, tra "Civita di sopra" e "Civita di sotto", le due zone in cui si articola il paese. I due insediamenti erano divisi dalla mole della fortezza circondata per tre lati dal fossato e protetta, sul lato meridionale, da un massiccio sperone in muratura, alto circa 25 metri, innestato alla parete di roccia arenaria. II XV secolo è il periodo in cui il castello subì i più importanti cambiamenti, trasformandosi da struttura difensiva in residenza fortificata. Ed è proprio di questo periodo la costruzione del bel portale d'ingresso decorato con un arco ribassato di stile catalano. Altre trasformazioni operate sulla potente struttura riguardano la costruzione del ponte levatoio che immetteva nel castello sul lato orientale, attualmente trasformato in ponte a scala, e l'altro ponte levatoio pedonale, oggi fisso, sul lato occidentale, ricostruito durante gli ultimi interventi di restauro realizzati sul castello dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici del Molise, tra la fine del secolo scorso e i primi anni dell’attuale.’ (Fonte: Atlante Castellano del Molise, Istituto Italiano dei Castelli sez. Molise, Palladino editore, CB, 2011).
'I Castelli del Molise– uno sguardo d’insieme’ un convegno con il patrocinio del comune e della Direzione regionale Musei Molise offrirà l’occasione ai visitatori, sabato 13 maggio, di conoscere la storia e gli elementi costruttivi dei castelli molisani perché ospiterà, tra l’altro, la discussione delle tesi di laurea sulle architetture fortificate della regione.
In occasione delle Giornate, aperti nella regione altri tre manieri con visite speciali, eventi e presentazioni. Il Castello di Pescolanciano (IS), grazie alla collaborazione dell'associazione Intramoontes, sarà aperto anche alla visita degli ambienti interni che ospitano la mostra permanente sui castelli molisani (in forma gratuita). Sabato 13 maggio alle ore 21 per la prima volta ospiterà una visita guidata a lume di candela.
Il Castello di Macchiagodena (IS) - chiamato la “Terrazza sul Matese” perché tutto il paesaggio circostante è dominato dal massiccio del Matese - è teatro anche del borgo della lettura e della cultura. Il castello/rocca di Riccia (CB) da poco restaurato nei tratti che sono rimasti oggi visibili e che rappresentavano le parti ad uso militare, sorge sul limite di uno strapiombo roccioso. Nella piazza antistante il castello sarà possibile visitare la chiesa rinascimentale di Santa Maria delle Grazie, comunemente chiamata del Beato Stefano, elemento fondamentale nel complesso architettonico di Piano della Corte, fulcro dell’antico borgo medievale.
In Piemonte nella giornata di sabato 13 maggio è aperto alle visite guidate a piedi il Castello ed il borgo di Ormea (CN): suggerita la visita di altri due castelli della Val Tanaro (Bagnasco e Nucetto). Il castello sorge, con le sue imponenti strutture, sul rilievo che domina il borgo di Ormea, compreso tra il torrente Armella e il fianco nord-ovest dell’abitato stesso, cui si accede risalendo un suggestivo pendio terrazzato. La prima citazione del complesso risale al 1291, epoca in cui apparteneva, insieme al territorio sottoposto alla sua giurisdizione, ai marchesi di Ceva. Dopo un lungo periodo di abbandono, l’amministrazione comunale ha avviato un progetto di conoscenza, messa in sicurezza e valorizzazione delle strutture superstiti. Il primo lotto di lavori si è concluso a dicembre 2022, con la predisposizione di un nuovo accesso e la realizzazione di un sistema di illuminazione. Il sottostante abitato di Ormea conserva, oltre al castello, numerose testimonianze della sua origine bassomedievale. Tra le altre, meritano un cenno la chiesa di San Martino, che incorpora una delle trecentesche porte di accesso al borgo e conserva affreschi del XV secolo, la cosiddetta casa del marchese, quattrocentesca, e i resti delle mura.
In Puglia i soci volontari dell’Istituto Italiano Castelli hanno realizzato un itinerario inedito aprendo luoghi di solito inaccessibili sulle orme degli Acquaviva-Filomarino: una giornata quella di sabato 13 maggio alla scoperta dei luoghi di questa dinastia, dalla tenuta di caccia al monastero dove sono sepolti aperto per l’occasione fino alla scoperta del culto delle monache mitrate, un unicum italiano, con la visita di due chiese di enorme valore.
Il programma inizia con visite e convegno al castello Marchione a Conversano (BA) di proprietà privata. Il sito sarà illustrato direttamente dal proprietario Michele Forte, con la partecipazione del 4° Liceo Classico dell'Istituto Morea che animerà il dibattito sull'opera architettonica insieme ad Olga Tancorra Iacobellis (IIC Puglia). La giornata prosegue a Santa Maria dell'Isola , con visita e pranzo al Monastero. Il pomeriggio visita guidata del Monastero Benedettino di San Benedetto e della Chiesa San Cosimo e Damiano.
In Sardegna fari accesi sui ruderi del castello di Medusa a Samugheo (OR), costruito in quattro fasi tra l’età Tardoantica e l’Alto Medioevo. Aperto alle visite sia il 13 che il 14 maggio, sorge su un alto e scosceso dirupo nel territorio di Samugheo, antico centro abitato del Mandrolisai. Il maniero domina dall’alto una grande ansa del rio Araxisi, comunicazione fluviale tra le Barbagie e la pianura del Campidano. Del castello permangono le possenti mura della corte centrale e di alcuni ambienti di vita, all’interno dei quali, in anni passati, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce interessanti testimonianze di vita quotidiana. Durante le Giornate Nazionali dei Castelli in questa regione, oltre ad una conferenza di studio organizzata dall’Istituto al Museo Murats, sabato 13 maggio vi è la popolare festa di Sant’Isidoro con balli tipici. La domenica mattina 14 maggio è prevista la tradizionale processione fino al santuario campestre di San Basilio e la sera una sfilata di gruppi folkloristici. Le visite saranno realizzate con la partecipazione degli studenti del Convitto Nazionale di Cagliari e la collaborazione della Delegazione Giovani della sezione sarda dell’Istituto Italiano Castelli.
Tre sono le provincie della Sicilia protagoniste con architetture in diverso stato di conservazione, destinazione e fruizione: Catania con il castello di Serravalle di Mineo, Messina con il castello Branciforti nel piccolo comune di Raccuja e con l’inaugurazione della mostra Venti Anni del Premio Nazionale di Laurea “Salvatore Boscarino” (previsto a settembre), Siracusa con il castello Reale di Noto (il 16 e 17 settembre).
Il castello di Serravalle di Mineo è ancora abitato ed è di proprietà privata: sarà aperto domenica 14 maggio e domenica 16 e 17 settembre. Orsola Sedati lo ha ereditato, nel 2008, dopo la scomparsa della madre Francesca Millo di Casalgiate, alla quale, era stato tramandato, a sua volta, dalla madre Gerarda Millo di Casalgiate Grimaldi, la cui famiglia ne è proprietaria sin dal lontano 1513. Nel 2007 l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha imposto sullo stesso il vincolo di interesse storico-artistico in quanto testimonianza di epoca medievale che sin dalla sua costruzione, risalente al XIII secolo, ha rappresentato un punto di guardia della via che da Catania per Palagonia giungeva a Mineo, proseguendo per Caltagirone.
La bellezza ed il mistero che il castello di Serravalle promana non passano inosservati a chi lo ammira e ciò che più colpisce è la perfetta armonia tra paesaggio ed architettura. Posto in cima ad un’altura, arroccato su Poggio Pizzuto - banco roccioso di forma allungata che emerge dalle circostanti colline argillose - il castello è tuttora punto di riferimento e di orientamento per il territorio circostante, caratterizzato da altri due castelli, Mineo e Mongialino, posti anch’essi a difesa della sottostante Valle dei Margi. La potenzialità turistico - culturale del sito è ancor più confermata dalla presenza in prossimità del castell dell’interessante città di Mineo, caratterizzata dalle note vestigia di epoca antica e medievale, da chiese e palazzi barocchi e dalla Casa Museo dello scrittore Luigi Capuana. E dalla sottostante area archeologica di Palikè, di proprietà della Regione Sicilia, aperta al pubblico, antico insediamento urbano del IV sec. a.C. legato alla figura del condottiero Ducezio, sede del santuario più importante della popolazione sicula, dedicato ai fratelli Palici, figli di Zeus e della ninfa Talea.
Il Castello Branciforti di Raccuja domina dall’alto il piccolo paese e si presenta come una casa fortezza medievale affiancato da due torri circolari delle quali una è ridotta alle sole fondamenta. Restaurato di recente dalla Soprintendenza, la fruizione è ora totale e verrà adibito a museo civico, archivio storico e biblioteca comunale: sarà aperto sia nel weekend del 13/14 maggio che in quello del 16/17 settembre.
Molto ricco il programma a Raccuja, che si apre con una conferenza sulla storia della famiglia Branciforti e sul promotore del restauro, Nunzio Astone, sabato 13 maggio ore 10, con la partecipazione di Ivan Martella, Sindaco di Raccuja, Michaela d'Alcontres Marullo, Presidente Nazionale dell'Istituto Italiano dei Castelli, Maria Vittoria D'Amico, Presidente della Sezione Sicilia Istituto Italiano dei Castelli, Contrammiraglio Santo Giacomo Legrottaglie, delegato per la Provincia di Messina IIC, Lino Morgante, Direttore della Gazzetta del Sud, Mirella Vinci, Soprintendente ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina, Biagio Ricciardi (Istituto Italiano dei Castelli) e che continua con una visita guidata al maniero a cura dello storico Marco Grassi.
La prima parte della giornata termina con una colazione nella corte del Castello offerta dall'Amministrazione Comunale; nel pomeriggio visita guidata alla Chiesa Madre di Santa Maria di Gesù, una conferenza di Orazio Micali, Direttore del Museo regionale interdisciplinare di Messina-MuMe; alle 18 una rassegna musicale (Note di Primavera) diretta dal maestro Antonio Leone. Alle 19 cena in piedi offerta dall'Amministrazione Comunale.
Nel corso della giornata, in collaborazione con ASI si svolge un corteo di auto storiche che parcheggeranno al Castello alle 10 per essere ammirate dagli appassionati.
Il castello reale di Noto sorge nell’unico punto, un istmo, che congiunge il Monte Alveria, circondato da profonde cave, alle propaggini dell’altipiano ibleo che fu sempre fortificato. I resti attuali, consolidati di recente, sono le imponenti rovine che hanno resistito al terribile terremoto dell’11 gennaio 1693 che distrusse, non solo il castello reale ma, l’intera antica città di Noto. Il castello reale ed i resti della città attorno, sono considerati la Pompei medievale. Campagne di scavo periodiche ma brevi si susseguono: occorrerebbe una sistematica riscoperta della città antica a suo tempo ricchissima di architetture civili e religiose di grande pregio. La cortina delle imponenti mura dotate di numerose torri e di porte di ingresso alla città si rileva ancora in buona parte del tracciato.
Le valli sottostanti sono meravigliosi paradisi naturalistici, attraversati da romantici torrenti che creano laghetti e che in passato venivano utilizzati per attività come le concerie. Il sito, di proprietà comunale, sottoposto a vincolo secondo la L. 1089/1939, è oggetto di studio e attenta cura da parte di un’associazione locale denominata ISVNA (Istituto di Studi per la Valorizzazione di Noto Antica), presieduta dall’appassionato studioso e storico netino, Francesco Balsamo.
In Toscana di nuovo protagonista Firenze sabato 13 maggio con un’esplorazione guidata a piedi nel tessuto medievale di Piazza della Signoria.
In Trentino Alto Adige durante le Giornate di maggio saranno animati i Castelli di Fahlburg (Prissiano) e Leonburg (Lana), mentre il 23 settembre il Castel Belasi - Campodenno in Val di Non. In particolare, Castel Fahlburg (BZ) nella giornata di sabato 13 maggio, oltre alle visite guidate, ospiterà una tavola rotonda sulla valorizzazione dei castelli privati in Alto Adige, con tre diverse esperienze a confronto e la partecipazione di Jakob Andreas Brandis, Diana von Goldegg e Anouschka van Rossem, a cura della locale sezione dell’Istituto Italiano Castelli.
L’Umbria propone il borgo fortificato di Monte del Lago con visite guidate il 13 maggio. Numerosi sono gli incantevoli centri abitati che si affacciano alle acque del lago Trasimeno, tra questi, adagiato su un promontorio che domina l’intero bacino lacustre vi è un caratteristico ed originale borgo fortificato: Monte del Lago. Questo antico insediamento ancor oggi conserva l’impianto urbanistico medievale, caratterizzato da una ripida gradinata che taglia idealmente il paese in due parti; a questa via principale afferiscono vicoli stretti e contorti, tra loro paralleli, a lato dei quali sorgono, una stretta all’altra, le case dei pescatori. Non mancano tuttavia alcune dimore gentilizie appartenute a nobili casate perugine, tra le quali spicca quella della famiglia Pompilij, dove la poetessa Vittoria Aganoor Pompilij compose delicatissimi versi, e Villa Palombaro Schnabl Rossi, residenza liberty appartenuta al musicologo Riccardo Schnabl Rossi che più volte ospitò l’amico Giacomo Puccini. Oggi la punta di diamante dell’economia di Monte del Lago è soprattutto il turismo; l’amenità del luogo, il silenzio, il fascino dei tramonti attraggono viaggiatori italiani e stranieri. Ogni anno agli inizi di settembre si tiene a Monte del Lago una manifestazione culturale che è tra le più attese e partecipate dell’area lacustre, il Festival delle Corrispondenze. Numerosi gli itinerari culturali collaterali proposti dai volontari in questa regione.
In Veneto, Mestre (VE) protagonista con il Castelnuovo ed il Castelvecchio. Sia il 13 sia il 14 maggio, oltre alle visite dei siti ed a un convegno, i volontari dell’Istituto Italiano Castelli del Veneto insieme al Centro Studi Storici con il patrocinio del Comune di Venezia, offrono due passeggiate patrimoniali guidate alla Mestre medievale con partenza dalla Torre dell’Orologio: le visite guidate avranno la caratteristica dell’indagine archeologica sulle tracce dei castelli scomparsi, dove i partecipanti saranno i protagonisti di una vera e propria caccia al tesoro, alla ricerca della Mestre antica diluita nella grande città contemporanea. Durante le visite guidate verrà distribuita ai visitatori una mappa “muta” di Mestre Storica realizzata da Stefano Sorteni e i partecipanti potranno individuare le rovine e i monumenti rimasti. Si tratta di iniziative volte a stimolare l’interazione dei partecipanti, per trasformare la storia da racconto a vera e propria “esperienza turistico-culturale”.
Durante le escursioni sarà possibile visitare il plastico Castrum Novum, conservato presso la Biblioteca civica VEZ, e realizzato dai ragazzi delle Scuole Medie della città (Istituto comprensivo Berna), in cui è ricostruito con stampanti 3D il Castelnuovo di Mestre nell’anno 1405. Torri, ponti levatoi, bastioni, canali, scali fluviali, mercati, palazzi, hanno preso letteralmente vita in un’esperienza storico-didattica unica in Italia, che ha riportato alla vita un’intera città, ma soprattutto la sua memoria storica nelle nuove generazioni.
Durante le Giornate Nazionali dei Castelli sarà inoltre aperto e visitabile il Forte di San Felice (Chioggia, VE), all’interno del progetto di valorizzazione della fortezza che sta impegnando l’Istituto Italiano dei Castelli, con altri enti civili e militari, da diversi anni. L’iniziativa è svolta con il Comitato Forte San Felice e il patrocinio del Comune di Chioggia.
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Giornate Nazionali dei Castelli, XXIV edizione, dal 13 al 14 maggio, dal 16 al 17 settembre 2022 (con le Giornate Europee del Patrimonio)
visite guidate gratuite o a pagamento, conversazioni, convegni e conferenze, formazione professionale, premio di laurea, mostre e presentazioni, presentazioni di libri, trekking e altre attività di visita, corteo auto storiche, passeggiate patrimoniali, caccia al tesoro
Organizzatore: Istituto Italiano Castelli Onlus (IIC)
Regioni coinvolte: 19
hashtag: #giornatenazionalideicastelli2023
Sito web: http://www.istitutoitalianocastelli.it
FB: https://www.facebook.com/IstitutoItalianodeiCastelli/
IG: https://www.instagram.com/istituto_italiano_dei_castelli/