Architetture contemporanee a Venezia: una guida in Italiano ed Inglese

Eredità, committenza e paesaggio

sezione: blog

19-11-2014
categorie: Architettura, Libri,

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Architetture contemporanee a Venezia: una guida in Italiano ed Inglese

Eredità, committenza e paesaggio

Un libro, in italiano ed inglese per i tipi della Marsilio, parla di paradossi: Venezia e le architetture contemporanee. Autrice, un architetto italiano, Renata Codello (iscritta anche al RIBA, è Sovrintendente a Venezia dal 2006): con un chiaro intento, l’autrice non fa sensazionalismo; non ha interesse a un’enumerazione muscolare di “casi” in un tessuto delicato e unico al mondo come la città lagunare ma desidera scoprire come alcuni progetti firmati da architetti contemporanei negli ultimi venti anni siano stati in grado di fondersi bene con la “singolarità genetica” di questo luogo.
Massimo Cacciari (ex sindaco di Venezia, filosofo ed autore che scrive una delle prefazioni al volume) aggiunge che spesso “la leggenda vuole che Venezia sia stata e continui a essere la patria di ogni salvaguardia conservatrice, il luogo per eccellenza del sospetto nei confronti di ogni intervento architettonico-urbanistico innovativo” ma alla fine quel che si è costruito (ed in particolare quello che è censito nel libro, voluto dalla Fondazione Venezia che sta costruendo il Museo M9 a Mestre) è stato un eccezionale esempio di partnership virtuosa tra enti ed istituzioni.


Certo, al netto di operazioni come Punta della Dogana (a cui lui contribuì molto come sindaco) e Prada/Corner, Cacciari afferma pure “Ad altri giudicare della qualità estetica delle opere che hanno incarnato tale reazione (alla provocazione futurista: Venezia come la cartolina al chiaro di luna). Certo, essa apparirà molto diseguale. Come avveniva d’altronde, anche nei più aurei momenti della gloria di Venezia. Ne’ possono esservi, oggi, fuorché casi eccezionali, i committenti d’un tempo.”


Tornando alle architetture e al loro valore socio-economico, nell’altra prefazione firmata da Giuliano Segre (presidente della Fondazione Venezia) si legge anche: “un’architettura migliore ha però almeno tre costituzioni: (…) nuove forme e nuovo allestimenti, il recupero ed il rinnovo di passate architetture(…), la tutela e/o il rammendo del paesaggio (…). Per un economista, quando assume la rigida veste di analista contabile, il primo è un aumento di capitale, il secondo è un ammortamento, il terzo è un fondo di riserva”


E vediamole le architetture recensite (il fatto che il libro sia in inglese, lo trasforma in un’insospettabile guida per addetti ai lavori, curiosi, studenti stranieri ed addirittura turisti, l’unica specie di genere umano per cui a Venezia si agisce). Si inizia con le Ex Saffa di Vittorio Gregotti (case popolari a Cannaregio); si prosegue con il Padiglione del Libro (Giardini ad opera di Stirling), con il nuovo Padiglione del Civile (Semerani/Tamaro); la Marittima e Santa Marta, il ponte di Calatrava (si chiama della Costituzione) su cui pende un giudizio della Magistratura; il Palazzo di Rio Novo (De Lucchi) che ospita dal 2003 la Fondazione Venezia. Non potevano ovviamente mancare la Querini di Botta (ha ospitato la presentazione del volume con una conversazione tra Francesco Dal Cò e Rem Koolhas il 20 novembre scorso); la Fondazione Vedova di Piano; la Fondazione Pinault ad opera di Tadao Ando (sia Punta della Dogana sia il Teatrino di Palazzo Grassi); infine – tra gli altri – le gallerie dell’Accademia (Tobia Scarpa/Renata Codello) e l’M9.
Tra le 44 architetture recensite vi verrà spontaneo pensare che siano tutte fondazioni o musei prima di aprire il libro (che ovviamente ha in copertina uno scorcio del progetto della Codello, le Gallerie dell’Accademia di cui ad oggi non si conoscono i programmi di mostre 2015, anno di Expo e Biennale: mancano i fondi ma ci dovrebbe essere Ottocento e sculture).
Quando lo leggerete resterete alquanto sorpresi: raccoglie ospedali, uffici, campus, palestre, refettori, biblioteche, campus, un depuratore, un cimitero….Venezia infila distruzioni di clichè una dietro l’altra, a saperla leggere con amor di verità. Che poi queste architetture (tutte, alcune) si siano ben integrate o siano state digerite è più difficile dirlo – dovremo aspettare ancora che la prova del tempo lavori bene sull’uomo, sul paesaggio e sulla riserva di valore di cui parlava Segre. Sul valore della committenza, di cui parlava Cacciari, sarebbe interessante ascoltare cosa ne potrà dire l’autrice off the records.

 

Renata Codello, Architetture contemporanee a Venezia, 2014, Marsilio Editori e Fondazione di Venezia

ISBN 978-88-317-2053-3, Euro 25

Prefazione Massimo Cacciari