L'autunno (creativo) a Londra: quando un sindaco lavora

London Design Festival e Frieze: otto anni di pianificazione pubblica per l'eccellenza della città

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28-10-2011
categorie: Design, Architettura, Arte, Corporate,

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L'autunno (creativo) a Londra: quando un sindaco lavora

London Design Festival e Frieze: otto anni di pianificazione pubblica per l'eccellenza della città

Londra Creativa in autunno? Sembra uno slogan, invece è una piattaforma che potrebbe, potenzialmente, generare invidia in ogni dove. Sia in tempi di recessione come questi, che in momenti espansivi.


Creative London è una delle più utili e ben riuscite operazioni di re-branding incentivate dal settore pubblico per Londra. Sempre stata la destinazione principale nel Regno Unito per visitatori provenienti da tutto il mondo, e comunque sempre percepita come la mecca della creatività, Londra non dorme sugli allori dei passati successi o sulla diffusa percezione di essere l’hub principale per le professioni creative.


Il sindaco di Londra (questo come i precedenti) scommette su arti e design destinando due mesi del calendario annuale delle proposte cittadine di calibro internazionale (oltre alla moda) e lo fa da otto anni con il London Design Festival e i suoi eventi collegati, così come con Frieze e la girandola di fiere minori. Crea così un terreno fertile accessorio per appellare la città nel modo che lo convince di più: una destinazione fondamentale per buyer, collezionisti, professioni collegate al design e all’arte, il circo dei media e degli editori, più in generale le professioni creative.


Il fondo messo a disposizione per il LDF (quest’anno dal 17 al 25 Settembre) ammontava a 250.000 sterline, che si aggiungono ai finanziamenti di sponsor privati e partners. Il LDF si distribuisce su tutta Londra con sei distretti (Brompton e Plimco a ovest, est/Shoreditch Triangle, Covent Garden e Fitzrovia, Clerkenwell) più diverse altre destinazioni o veri e propri saloni tematici (Tent, Tramshead, decorex, designjunction, Craft, 100% Design).


LDF ha offerto in tutto circa trecento eventi (alcuni, se non la maggior parte, erano piccole mostre, conferenze od incontri, eventi no profit condotti da artisti, fatta esclusione per le grandi mostra al V&A e alle installazioni pubbliche di una certa importanza) mischiando nuovi designer ai più noti brand commerciali, come ad esempio il decimo anniversario del mega showroom di B&B Italia. Gli attivi più importanti del negozio vengono dal contract come ci ha illustrato un manager di B&B durante un breakfast per la stampa: le grandi sale riunioni al piano superiore del negozio sono spesso occupate da architetti e partner che chiedono alla ditta italiana proposte su misura per ristoranti, hotel, barche. Solo nella prossima primavera, tre nuovi hotel nel centro cittadino hanno importanti brani di arredo firmati B&B: il Bulgari di Citterio, il Cafè Royal di Chipperfield, infine il Me Hotel di Forster and Partners. Triste vedere il superstore Skitch vuoto e chiuso, proprio di fronte a B&B: soltanto un anno fa è stato l’epicentro di mostre di nuovi arredi proprio durante il LDF ed anche oltre.


Se riflettiamo sul fatto che il Sindaco di Milano (precedente) ha dato alla moda un finanziamento di circa 200.000 euro, pari alla metà di quello che lo stesso aveva concesso l’anno precedente e non ha mai concesso aiuti economici al Fuorisalone (al netto di altre dazioni, come location e partnership con editori), che ospita oltre 600 eventi da vent’anni e davvero è la maggiore fiera mondiale di arredamento (piuttosto che un bel festival pop come LDF), è obbligatorio verificare, anche in questo ambito e in una città come Milano, la mancanza di visione dei politici o degli amministratori italiani. Duole dire che questa non è certo una notizia, data anche la chiarezza sul come, in Europa e oltre, il Nord Italia è percepito: bloccato, se non, peggio, in regressione.


Torniamo a cosa ha colpito tra le proposte in mostra a LDF: ecco un piccolo, prezioso bouquet che mette insieme pezzi straordinari, processi costruttivi straordinari. Il nostro prossimo post su Londra vi racconterà anche un bel po’ di concetti in straordinaria eccitazione.


La palma res a Foldboat, firmata dai product designers Max Frommeld ed Arno Mathies che era in mostra nel canale di Tom Dixon che nel suo quartier generale presentava un mucchio di altre mostre sotto il titolo ‘Multiplex at The Dock’.


Perfetto per viaggiatori con zaino, ma anche per deliziosi picnic al lago per famiglie o single, è una barca di plastica ottenuta piegando (basta una sola persona in 3 comode mosse, in soli 2 minuti) un foglio di plastica (remi e cuscino sono a parte e la barca misura 2.5mX1.5m).


Lo studio-showroom di Dixon, al limitare di West subito dopo il quartiere chic di Holland Park e giusto prima di transitare verso le nuove aree in via di sviluppo di East (che saranno l’epicentro delle Olimpiadi 2012), aveva in mostra anche le nuove creazioni del padrone di casa in rame (lampade e bicchieri) e, tra le miriadi di altre proposte, una performance di stampa di illustrazioni del migliore negozio di art&posters di Londra.


Da Fumi Gallery, il nuovo indirizzo di riferimento ad est per il design in edizioni limitate, una nuova mostra (ancora in corso) che in pratica raggruppava tre personali sotto il titolo Studioware: collezioni ideate e prodotte all’interno degli studi dei designer che le firmano, con prezzi al pubblico accettabili - un must richiesto dai galleristi (Sam Pratt e Valerio Capo) nonostante si tratti di produzioni altamente artigianali.


Max Lamb ha inventato (e costruito) una collezione di mobili in legno di diversi tipi in cui il sistema costruttivo principale è tubolare e detta le funzioni e le forme, che tuttavia possono suggerire aggregazioni tra un arredo od un altro e sicuramente scambiare funzioni. Studio Glithero offre nuove soluzioni (più alla portata) di deliziosi specchi con cornice in plastica in forti cartelle colori più una collezione di aeroplanini di carta. Johannes Nagel è alla ricerca del perfetto assassino della forma e offre una straordinaria collezione di ceramiche.


La galleria di Shoreditch ha anche invitato al rinnovato Andaz Hotel (prima era un hotel assai degradato ora è un indirizzo affascinante, anche solo per un drink) per godere di una poetica e gigantesca installazione che hanno prodotto per un noto brand di champagne, a firma di Rowan Mersh. Iambic Rhythm è pura poesia sulla biologia e sulla fisica del corpo umano: un lunghissimo fascio di corde è appeso al soffitto di una tromba di scale molto scenografica fino ad arrivare a legarsi ad una struttura semovente in legno situata nella lobby dell’hotel. Quando la struttura si scuote o batte, come il cuore, contagia il movimento alle corde che suonano come un ritmo valvolare. Non soddisfatto del risultato a causa di un cambiamento last minute imposto dall’hotel e relativo al posizionamento della struttura in legno che non avrebbe dovuto essere messa a croce rispetto al diametro del fascio di corde ma essere parallela, il designer era comunque felice dell’incredibile volume del lavoro, ottenuto sfruttando l’altezza dell’edificio ed ha chiaramente accennato alla reale natura del pezzo “è dedicato al potere romantico della lingua inglese e della poesia, oltre che essere una ricostruzione dell’autonoma fonte di pulsazioni, grazie all’eccezionale scenografia dell’edificio e la tensione architetturale che sottolinea lo spazio.”

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