Il Palazzo Enciclopedico: anticipazione sulla Biennale Arte di Venezia firmata Massimiliano Gioni

Un omaggio agli artisti autodidatti, la creazione di una cartografia del mondo per immagini

sezione: blog


categorie: Arte,

» archivio blog

Il Palazzo Enciclopedico: anticipazione sulla Biennale Arte di Venezia firmata Massimiliano Gioni

Un omaggio agli artisti autodidatti, la creazione di una cartografia del mondo per immagini

Ieri a Venezia, nella sala nobile di Ca’ Giustian a margine dell’incontro con tutti i rappresentanti delle partecipazioni nazionali, Massimiliano Gioni ha raccontato alla stampa della sua Biennale Arte e Paolo Baratta ha aggiunto i numeri delle partecipazioni Nazionali della 55ma edizione oltre che fare un’utile lezione sulla Biennale e le partecipazioni nazionali in oltre cento anni di storia (un testo da lui firmato è allegato a questo post).

Il Palazzo Enciclopedico – questo il titolo della prossima Biennale - nelle intenzioni dell’italiano di stanza a New York, classe 1973 e direttore artistico della Fondazione Trussardi (già presente alla Biennale con La Zona esattamente dieci anni prima) è un omaggio non solo ad un artista naif (autodidatta) come l’italo americano Marino Auriti che depositò il progetto omonimo all’Ufficio Brevetti nel 1955. E’ una pratica che racconta la creazione, una wunderkammer, una sorta di rinnovata citazione del Palazzo di Cristallo, memoria delle grandi Expo Universali di cui la Biennale in qualche maniera si fa esempio, anche se nelle arti. Racchiuderà non solo immagini memorabili, ma sarà un vero e proprio esempio di “cartografia di un’immagine-mondo”.

Massimiliano Gioni ha anche descritto il Palazzo Enciclopedico di Marino Auriti: “un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite. L’impresa di Auriti rimase naturalmente incompiuta, ma il sogno di una conoscenza universale e totalizzante attraversa la storia dell’arte e dell’umanità e accumuna personaggi eccentrici come Auriti a molti artisti, scrittori, scienziati e profeti visionari che hanno cercato – spesso in vano – di costruire un’immagine del mondo capace di sintetizzarne l’infinita varietà e ricchezza. Queste cosmologie personali, questi deliri di conoscenza mettono in scena la sfida costante di conciliare il sé con l’universo, il soggettivo con il collettivo, il particolare con il generale, l’individuo con la cultura del suo tempo.”


Gli ho chiesto se porterà il Palazzo di Auriti a Venezia e di cosa è fatto, lui mi ha detto di sì ed ha aggiunto che è estremamente fragile, molto evanescente e imponente al tempo stesso: è fatto di carta, cartone e pettini (gli stessi con cui l’artista si pettinava mentre lavorava come meccanico nella sua officina). Gli abbiamo chiesto che rapporto avrà la sua Biennale con luoghi altri rispetto ai Giardini e all’Arsenale e se “palazzo” sarebbe stata anche una connotazione spaziale, architettonica e urbana: ci ha risposto “ni” alla prima parte della domanda (peccato!) e che sicuramente la parola era solo una connotazione semantica e non spaziale.


All’ultima domanda, che ruolo avrà il collezionismo nella sua biennale (l’avevo intervistato per Alias/Il Manifesto agli esordi della sua avventura come curatore per Trussardi, insieme a Beatrice Trussardi e gli avevo fatto la stessa domanda), mi ha risposto che il collezionismo è l’anima dell’arte e che i collezionisti sono curiosi ed onnivori, ma soprattutto organizzano i loro belongings, un po’ come facciamo tutti noi e l’esempio più calzante sono i desktop di ciascuno, in tema di cultura e vita digitale. L’accumulo, la wunderkammer e la sensazione di essere disorientati fanno parte del gioco e a lui interessa la radice di quella pulsione che porta a collezionare e quindi ad organizzare.


Budget sostanzialmente riconfermato che si aggira sui 13 milioni di euro (a cui il curatore potrà aggiungere altre dazioni per la Mostra Internazionale operando un fundraising diretto con fondazioni ed altri enti), Baratta ha confermato che 8 saranno le nazioni che partecipano per la prima volta: Bahamas, Regno del Bahrain, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Costa d’Avorio e Nigeria, Paraguay che si aggiungono alle 89 partecipazioni del 2011. Ed infine pare confermata la presenza padiglione della Santa Sede alla Biennale Arte 2013 (il Vice Presidente della Delegazione, Card. Ravasi, ha partecipato alla plenaria con gli stati che ha preceduto la conferenza stampa). Infine le date: la 55. Esposizione Internazionale d’Arte si svolgerà dal 1° giugno al 24 novembre 2013 ai Giardini e all’Arsenale (vernice 29, 30 e 31 maggio 2013), nonché in vari luoghi di Venezia. Quali non è dato saperlo, ancora. Come del resto Gioni non ha anticipato alcuna indiscrezione sugli artisti (li vedrete il 29). Ha solo detto che ci saranno artisti di tutte le età, specializzati e naif (traduciamo autodidatti) e che mischierà alcune epoche non per forza tutte moderne od attuali. Infine una nota: si è detto assai geloso ma sicuramente molto soddisfatto delle partecipazioni nazionali trapelate sinora nella riunione con la Biennale: la maggior parte delle nazioni che saranno presenti ai Giardini inviteranno artisti della sua stessa età e con cui lui ha spesso lavorato.