I virus protagonisti alle grandi mostre, ma sono i superbug la sfida contro la morte

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25-05-2019
categorie: Arte, Corporate, Non profit,

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I virus protagonisti alle grandi mostre, ma sono i superbug la sfida contro la morte

Anche alla Biennale di Venezia i batteri, i virus (e persino l’intelligenza artificiale) sono diventate forme d’opera. Segno, come da molto tenta di dimostrarci una delle artiste di punta del settore, la coreana Anicka Yi, che nel mondo ci sia una lotta accorata.

 

Il vero enigma della sopravvivenza (del pianeta) infatti ruota attorno alle infezioni da ‘superbug’ altrimenti detti batteri (o virus, funghi o parassiti) Antibiotico-Antivirale e Antimicotico Resistenti. Saranno le principali cause di morte superando anche il tumore e già doppiano per dieci quelle da infarto, ictus e altre patologie croniche messe insieme. 

 

Istituita dal 2016 dall’OMS come emergenza planetaria la ricerca a proteggersi contro i batteri super resistenti, la stessa è anche intrapresa da un gruppo di industrie (farmaceutiche in testa) legate al settore vita e scienza, la AMR Industry Alliance.

 

Una recente ricerca di AMR eseguita in Canada ha trovato che la concentrazione di antibiotici nelle acque dei fiumi è maggiore quando sono ubicati vicino a impianti di trattamenti dei rifiuti. Ergo, non sono solo gli escrementi umani ed animali a fare da ‘carrier’ ma un sito inquinato dal non corretto smaltimento dei rifiuti o delle acque reflue. Non stupisce quindi che in Cina, dove si produce quasi il 25% dei principi attivi farmaceutici, la diffusione dei superbug sia massima.

 

La ricerca, coordinata dall'università canadese di York, ha misurato i livelli di 14 antibiotici di uso comune in 711 siti lungo i fiumi di 72 Paesi nei sei continenti (tra cui Chao Phraya, Thailandia;  Tevere, Roma;  il Mekong, il Tigri, Tamigi con 233 nanogrammi per litro, la Senna e il Danubio). 92 sono stati i kit distribuiti a tutti i partner coinvolti che hanno prelevato, congelato e inviato i campioni d’acqua a York per le analisi.

 

Il metronidazolo che cura le infezioni batteriche fra cui malattie della pelle e della bocca, è risultato l'antibiotico con le concentrazioni più eccedenti rispetto a quelle di sicurezza che in un sito del Bangladesh sono state superate di 300 volte. L'antibatterico che più spesso ha oltrepassato i livelli sicuri (in 51 dei siti esaminati) è stata invece la ciprofloxacina, usata per la cura di diverse patologie. L'antibiotico più presente (307 siti) è stato infine il trimetoprim, impiegato contro le infezioni del tratto urinario e risultato presente in 307 dei 711 siti testati. Complessivamente, una contaminazione da antibiotici è stata riscontrata nel 65% dei siti valutati.

 

Nei paesi in via di sviluppo c’è una costante ‘over-prescrizione’ di antibiotici che si somma alla diffusione ‘ambientale’ di queste dosi abnormi di antibiotici nell’ecosistema. 

Le medicine sono inoltre vendute da intermediari che non hanno nessuna specializzazione e spesso le dosi sono suddivise erroneamente per più famiglie. 

 

Secondo AMR il problema è riuscire a produrre almeno 6 nuovi super-antibiotici l’anno per combattere i superbug, ma in termini di costi per ricerca e sviluppo si preannuncia una battaglia proibitiva.

 

Cosa sono i superbug? Forse molti di voi si sono stupiti - come me - di fare la conoscenza con la Candida Auris di recente, grazie ad articoli e reportage molto dettagliati (tra cui uno sul New York Times). E’ un superbug mortale scoperto per la prima volta nel 2009: un tipo super-resistente di Candida (il fungo presente nel nostro intestino e sulla nostra pelle) che uccide al momento la metà dei pazienti ammalati in massimo 90 giorni. Diffuso in tutto il mondo (in Italia non ancora) è resistente a qualsiasi tipo di antimicotico. 

 

Esperti di salute pubblica che negli ultimi anni stanno combattendo i superbug hanno anche notato che nel frattempo sarà possibile dotarsi di nuovi antibiotici, talvolta è produttivo nella corsa contro il tempo sperimentare la combinazione di medicinali esistenti (o di vecchissimi antibiotici) che ha già dato i suoi frutti in ricerche dell’anno scorso.

 

I batteri che hanno imparato a sopravvivere alle terapie antibiotiche finora messe in pratica sono un ceppo di diverse decine - i più pericolosi sono un’evoluzione di gram negativi - caratterizzandosi in tubercolosi, polmoniti o infezioni da E. Coli resistenti e in molto altro. Ad esempio, in Italia fa paura il conteggio spaventoso di morti per sepsi soprattutto in ospedali. E comunque fa paura essere il primo paese europeo per il triste primato di morti da superbug.

 

Oltre ad essere aiutati dall’inquinamento ambientale, da stili di vita scorretti (incluso dieta povera, scarsa igiene, mancanza di sonno adeguato non solo abuso di antibiotici) i super bug sono indubbiamente aiutati dal fatto che le compagnie farmaceutiche non vogliono (e forse non possono) più investire in un comparto non assai redditizio come gli antibiotici dove anche alcuni brevetti vengono a scadere e sono ‘open source’.

 

Nel 2019 secondo l’OMS la priorità è ancora la lotta ai superbug, ma essa deve passare per una nuova enorme azione di finanziamento della ricerca e sviluppo farmaceutica - mettendo le mani in tasca ai cittadini se sarà lo Stato ad occuparsene, dividendo i profitti con altre zone di business più redditizie se saranno le altre imprese di settore ad occuparsene (o meglio, ad essere costrette a farlo da leggi in materia).

 

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