(R)esistenza: Scampia senza l'orografia di Saviano e Garrone

Il 16 ottobre (h. 16) al Napoli Film Festival: l'umanità primeggia sull'economia del disastro

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22-09-2011
categorie: Arte, Corporate, Cinema,

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(R)esistenza: Scampia senza l'orografia di Saviano e Garrone

Il 16 ottobre (h. 16) al Napoli Film Festival: l'umanità primeggia sull'economia del disastro

Di solito l'orogafia di Scampia passa indelebile quanto (anonima) fotocopia di un immaginario e di un'estetica da una pellicola all'altra e tutte appaiono mutuate dal successo di Gomorra (il film), del suo trattamento immagine sapientemente orchestrato ad amplificare lo splatter con le sue coloriture di sangue e derivati.

Con (R)esistenza, l'ennesimo documentario sul quartiere nord-occidentale di Napoli noto per essere il più grande mercato della droga in Europa e per essere il quartiere delle Vele - le architetture moderniste di Franz di Salvo che in questa periferia non hanno funzionato - il taglio è diverso.


Non si tratta solo di cosa il documentario firmato da Francesco Cavaliere (regia e suono in presa diretta) e Wanda Glebbeek (produzione) prenda a pretesto per raccontare ancora una volta questo paradosso sociale, urbanistico ed amministrativo. Il taglio ed il sapore di (R)esistenza è diverso anche grazie a come sia accaduto che il regista italiano, di stanza in Olanda, e la produttrice olandese, si siano incontrati per lavorare su questo progetto.

Wanda, dopo la lettura di Gomorra di Saviano ed un viaggio in Campania, sente in sè l'urgenza di filmare quello che ha visto, quello che in Gomorra non c'è e anche quello che nel fortunato film e libro non avrebbe mai trovato posto. La psicologa olandese è alla prima esperienza di cinema. Incontra Francesco su Facebook e decide di iniziare quest'avventura.

(R)esistenza narra di otto abitanti e non di come il quartiere li influenzi o li determini. E suggestivo è che a sentirne l'urgenza del racconto sia una persona non italiana che ha anche investito di suo.

Puntuale e soprendente per una fotografia matura e suadente, mai elegia e mai neanche effetto e sensazionalismo, scolpito da una colonna sonora struggente e da un suono in presa diretta perfetto dato il budget del documentario, (R)esistenza scandisce le fasi precedenti all'allontamento di un prete, don Aniello Manganiello, da parte della locale Curia: è il Cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, a deciderlo. Ex diringente di una potente struttura vaticana, è sotto inchiesta nello stesso scandalo che vide protagonisti due ministri del governo Berlusconi non più in carica, Lunardi e Scaloja.

Insieme a Don Aniello amatissimo tra i parrocchiani, anima del documentario è un giovane coetaneo del regista e della produttrice, nato e cresciuto a Scampia. Ciro Corona, questo il suo nome, non solo non segue la strada dello spaccio e della delinquenza che prevede l'affiliazione ai clan che gestiscono il territorio che propongono ai giovani un'escalation di ruoli nell'organizzazione.

Ciro decide di restare, di non affiliarsi, di lavorare contro il "sistema" e fonda un'associazione, (R)esistenza che darà il titolo al film, con il dichiarato scopo di combattere la camorra e la mentalità camorrista in ogni piega della società di Scampia. Iniziando dal volontariato e dall'aiuto extrascolastico ai ragazzi del quartiere.

Le vite di Ciro e Don Aniello si incontreranno spesso nel racconto dato che entrambi lottano senza sosta contro i soprusi, così come quelli di un giovane poeta di quartiere, di una ex tossicodipendente e di suo marito, della loro figliolanza allegra e colorata nell'aberrante miseria in cui crescono, di altri casi umani salvati o da Ciro o da Don Aniello e comunque tenuti insieme da entrambi.

Nonostante si parli di un prete, è assente la religione. E assenti sono i politici, di ogni colore, per scelta degli autori ("ci interessava solo la popolazione e le loro dinamiche: basta guardare per capire il disastro che hanno combinato e non occorre parlarne"). Ironia della sorte, il documentario è stato girato durante i Mondiali di Calcio, quando i tricolori campeggiavano ovunque. Bandiere dove lo stato è assente.

 

Tuttavia i pochi riferimenti nel dipanarsi delle storie permettono di assestare comunque un colpo (e scolpire un posto nel racconto) al danno dei politici nell'economia del disastro a Scampia: un comitato elettorale di Diodato (consigliere locale del PDL, ineleggibile causa problemi di giustizia, tuttora non allontanato dalla Prefettura di Napoli dalla sua carica elettiva) e Mara Carfagna, l'attuale Ministro delle Pari Opportunità ripreso tra le vie di Scampia. Ancora, un manifesto della IGEA, casa di cura di proprietà di Gigino A'purpetta (Luigi Cesaro attuale presidente della Provincia di Napoli, imprenditore vicino a Berlusconi per via del Milan che si allena nelle strutture di sua proprietà quando viene a Napoli, vicino a noti clan d'area).

Il documentario è stato già proiettato al Festival delle Resistenze Contemporanee 2011, al London International Documentary Festival (Regno Unito), al SiciliAmbiente Documentary Festival 2011, all' Est Film Festival 2011 (dove ha vinto il Miglior Documentario), al Documenta Film Fest 2011 (Miglior Documentario e Migliori Musiche Originali), infine al Milano Film Festival 2011 e al Napoli Film Festival ad ottobre 2011, allo SCENECS International Debut Film Festival 2011 (Olanda).

Cavaliere e Glebbeek stanno piano piano rientrando delle spese di produzione grazie ai premi. Ci auguriamo che questa forma di cinema senza prezzo e senza paura cresca. A dismisura. Se vi capita di trovare il dvd, compratelo. Lo produrranno e lo distribuiranno presto. Al momento le tv non sono interessate a comprare, tranne un grosso network arabo per la sua sezione inglese.