Mind the Map, a cura di Lorenza Pignatti

sezione: blog


categorie: Design, Arte, Cinema,

» archivio blog

Mind the Map, a cura di Lorenza Pignatti

Appena pubblicato nella collana di saggistica di arte contemporanea da Postmedia Books, Mind the Map, a cura di Lorenza Pignati, è un saggio a più voci: oltre alla stessa Pignatti, sono stati invitati a scrivere Annemarie Sauzeau, saggista e moglie di Alighiero Boetti; l’antropologo Franco La Cecla; il regista e docente Marco Bertozzi.
Lorenza Pignatti inizia il progetto per una sua grande passione. E il volume, agile ma ricco d’illustrazioni, è ancor più utile grazie ad amplissimi riferimenti sia bibliografici sia a progetti d’arte in più parti del mondo.
Mind the Map
esprime, e condivide in caratteri e prosa leggibile, una vasta e salda conoscenza dell’utilizzo, in prospettiva storica ed attuale, di mappe, cartografie, topografie, atlanti nell’arte contemporanea (e non solo). Il risultato, dice la curatrice del volume “è un’indagine indisciplinata che abbraccia vari campi del sapere dove la mappa è intesa come panorama, travelogue, archivio, diagramma cognitivo e strumento di sperimentazione artistica.”.


Il titolo echeggia il rituale anglosassone di sicurezza presente in supermercati, stazioni, luoghi di passaggio (la ripetizione puntuale dagli interfoni, della frase ‘Mind the Gap’, attenti al vuoto) e sintatticamente, mi sembra, anche l’addensarsi frastagliato delle conoscenze nello spazio più abitato dal genere umano, quello urbano: diretto, essenziale, caotico, imposto da subcultura o da cultura dominante (ricorda il salto, il possibile vuoto).
Saggio per saggio, gli autori invitati e la curatrice affrontano temi, progetti, autori tutti complementari a raccontare il posizionamento e la funzione di questo tipo di database intendendolo uno strumento estetico – prima ancora che di ricerca ed informazione – per artisti, ma anche scienziati, politologi, strateghi militari e civiltà remote o città in evoluzione.


Sauzeau racconta come Boetti usasse le mappe come strumento per raccontare fenomeni storici, politici e sociali e lo fa attraverso le tappe o le scelte che egli adottò per alcune delle sue più celebri opere. “Boetti amava la geografia così come amava il viaggio, reale e mentale. Amava la storia così come amava il tempo, quello che corre e quello che resta”; il suo saggio ha il pregio di affiancare il metodo Boetti all’evoluzione e alle varie interpretazioni dell’uso delle mappe nell’opera di altri grandi artisti moderni: un compendio involontario di critica dell’arte fatta con le mappe.


Sicuramente, Kit Cartografici, il primo saggio di Lorenza Pignatti (che firma anche l’introduzione al volume ed un secondo saggio) è più interessante per conoscere una teoria di progetti – i più vari per origine culturale, applicazione e soprattutto per i destinatari a cui si rivolgono – sulle mappe nell’arte contemporanea, dai situazionisti ai psicogeografi, passando per esperienze italiane di auto-narrazione in rete, incluso Luther Blisset.


La scrittura di Pignatti si muove agilmente e tiene brillantemente insieme il mainstream con l’underground, quella fucina di talenti (non di rado emigrati nel mondo “principale”) che spesso ha ingrossato una corrente minoritaria ma altrettanto spesso ha contribuito a cambiare molte pratiche acquisite. Questo saggio tradisce la frequentazione e la curiosità di Pignatti: dalle newsletter di spessore (Nettime e altre esperienze autogestite), alla Cineteca di Bologna fino alle grandi Public Libraries di cui purtroppo l’Italia è sempre meno dotata, ai festival di arti digitali fino alle mostre della Tate o delle gallerie più blasonate. Suo è anche un saggio-intervista a Trevor Paglen, personaggio davvero poliedrico, artista e scrittore oltre che geografo, celebre per le sue mappe-fotografie di voli segreti della Cia e saggi su argomenti scottanti. Tra astronomia, fisica e discovery di segreti militari.


La Cecla finge di occuparsi degli indiani Beaver del Canada (“I figli ereditano le mappe dei sogni dei loro padri, mappe che aiutano a trovare i luoghi favorevoli per la caccia e quelli che bisogna sognare per avere una vita degna di tale nome”). In realtà il suo saggio, il più esemplare ed anche il più breve del volume, rincorre con ricchezza di esempi, pratiche, messaggi e ricerche di altri studiosi le definizioni più stringenti di cammino, spostamento, direzione, per comprendere appieno la ragione profonda di tracciare una mappa.


Curioso come i saggi siano montati insieme: la scelta di chiudere con quello di Bertozzi – che parla delle cine-geografie, dei panoramas (le riprese da un treno, da una funicolare) fino ai film che hanno scolpito il genere cine-visivo – ci riporta al ruolo dei media domestici (locator media, google maps, i vari social network, presenti o sussurrati in altre parti del volume). “Che travelogue e panoramas fossero i primi sguardi vaganti di un corpo sociale ormai ocularizzato?”.


Lorenza Pignatti
è docente del corso di Fenomenologia dell’arte contemporanea alla NABA (Milano). Ha insegnato alla Supsi di Lugano e all’Università di Urbino. E’ curatrice con Franco Bifo Berardi e Marco Magagnoli del libro Errore di sistema. Teoria e pratiche di Adbusters (Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2003). Nel 2006 ha curato l’omaggio al regista Pere Portabella al Festival Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Collabora con “D la Repubblica” e con magazine d’arte internazionali e nazionali.


CREDITI
Mind the Map / AA.VV. / A cura di Lorenza Pignatti / Postmedia Books, 2011 / 95 pagine / 12.60 euro / ISBN: 9788874900589


INDICE
Introduzione / Kit cartografici, Lorenza Pignatti / Il tempo degli Ulisse e quello delle Penelope, Annemarie Sauzeau / Puzzle cartografici, Franco La Cecla / Trevor Plagen. Il geografo decriptatore, Lorenza Pignatti / Exotic movie, panoramas du monde, Marco Bertozzi